Scajola esce pulito dall'inchiesta e ora vuol ricandidarsi in Liguria

(...) per l'onorevole Claudio Scajola nell'ambito dell'inchiesta sul porto di Imperia. A chiedere l'archiviazione era stata la procura il 2 dicembre scorso. L'inchiesta era partita nel settembre 2010. Tra gli indagati, oltre a Scajola, il patron di Acqua Marcia, Francesco Bellavista Caltagirone, il direttore generale del Comune di Imperia Paolo Calzia e gli ex direttori della Porto Imperia spa, Carlo Conti e Domenico Gandolfo.
Resta in piedi nei confronti di Bellavista Caltagirone, Carlo Conti e altri otto imputati l'altro filone dell'inchiesta, basato sull'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato, per cui l'accusa ipotizza una truffa di circa 288 milioni di euro. Secondo la procura, i lavori per la costruzione del porto turistico sarebbero stati affidati dalla concessionaria Porto Imperia spa alla società Acquamare, facente capo a Bellavista Caltagirone, senza seguire una regolare gara d'appalto.
Immediate le reazioni di soddisfazione e solidarietà nei confronti di Scajola. A partire da quelle dei legali dell'ex ministro. «L'onorevole Scajola si è sempre dichiarato totalmente estraneo, estraneità ora finalmente acclarata anche in sede giudiziaria, dopo attente ed ampie investigazioni, anche bancarie, sul punto»: si esprimono in questi termini gli avvocati Giorgio Perroni e Marco Mangia. Che aggiungono: «Il nostro auspicio è che all'avvenuta archiviazione del procedimento nei confronti di Scajola sia riservato il medesimo rilevante risalto mediatico che fu all'epoca dato alla notizia della sua sottoposizione ad indagini». Dal canto suo il capogruppo del Pdl in Regione, Marco Melgrati, esprime «grande soddisfazione» a nome di tutti i consiglieri del gruppo. «Molti consiglieri regionali ed io in particolare - ricorda Melgrati - avevano partecipato alla manifestazione a Imperia a sostegno dell'ex ministro, subito dopo la notizia del suo possibile coinvolgimento nell'indagine. Mi sono anche preso una denuncia per diffamazione dalla Casa della Legalità perché avevo osato denunciare un volantino diffamatorio diffuso in quella occasione che collegava l'ex ministro e l'operazione del porto alle infiltrazioni mafiose nel ponente ligure. Crediamo che qualcuno, adesso, tra i politici degli schieramenti avversi - conclude Melgrati - dovrebbe chiedere scusa a Scajola, per aver cercato, utilizzando lo strumento dell'avviso di garanzia, di infangare il suo buon nome e la sua reputazione». E mentre il consigliere regionale Pdl Luigi Morgillo dichiara: «Mai avuto dubbi. Con l'archiviazione della vicenda resta a carico di Scajola esclusivamente il grande merito di essersi impegnato a realizzare nella sua città il più grande e bel porto turistico del Mediterraneo», per il presidente della Provincia di Savona, Angelo Vaccarezza, «nonostante la campagna diffamatoria, onore a un uomo che ha saputo attendere, sempre sereno e fiducioso, l'esito della giustizia». Per il senatore Giorgio Bornacin, Pdl, «questa è la vittoria della Giustizia con la G maiuscola, e pone fine alla macchina del fango che troppo spesso viene utilizzata per colpire chi si occupa della cosa pubblica», e l'onorevole Roberto Cassinelli, Pdl, sottolinea che «ancora una volta si dimostra come troppo spesso nel nostro Paese ci si dimentichi della presunzione di innocenza». Infine, secondo Beppe Costa (Pdl), «il proscioglimento ridà fiducia alla Magistratura che ha restituito dignità e onore ad un uomo politico che tanto si è speso per la sua città e per la Liguria, colpevole solo del suo temperamento deciso che lo rende poco prudente nelle sue esternazioni».
Ma in tarda serata arrivano anche le attesissime dichiarazioni dell'interessato: «Dovrei essere contento?» si domanda innanzi tutto Scajola. La replica: «Diciamo che accolgo come una liberazione questa notizia. Non con stupore, perché so che le verità emergono sempre». L'ex ministro precisa: «Dopo due anni di “vivisezioni”, una vicenda dolorosissima e infangante per me e la mia famiglia si conclude in un nulla di fatto». E per quanto riguarda la sua candidatura alle prossime elezioni, l'ex ministro scioglie le riserve: «Ho deciso da tempo che ritengo di continuare a svolgere il mio compito di parlamentare della Liguria - dichiara a Telenord - Non ho garanzie e non ne ho chieste. Questo è il mio orientamento, le liste si presenteranno il 20 e il 21 gennaio. Faremo liste competitive e rappresentative dove metteremo insieme chi ha consenso e chi porta rinnovamento. Chi crede di avere già vinto si sbaglia perché i risultati dei sondaggi di oggi non corrisponderanno a quelli delle urne, è ancora una partita da giocare.

Il Pdl ha visto una grande crescita in pochi giorni ma bisogna vedere come si orienteranno gli elettori oggi sondati su Grillo e Vendola di fronte alla novità dell'estrema sinistra di Ingroia e altri. È uno scenario che ancora si deve assestare. La partita è aperta».

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