Le sorprese del «porcellum» salvano il Pd

Una sorpresa dietro l'altra, nelle urne. I calcoli imposti dalla legge elettorale sono sempre più complicati e impongono un'attesa infinita prima di avere risultati certi. Così capita che nella notte l'estrema sinistra di Sel scopra di aver perso anche l'unico senatore che sperava di acciuffare in Liguria. Un risultato deludente dei vendoliani che costa il seggio a Carla Nattero, a tutto vantaggio del Pd. Esulta così per un inatteso posto a Roma Vito Vattuone, ex consigliere regionale ed ex sindaco di Casarza Ligure, abbastanza convinto di aver dato la propria disponibilità ad una candidatura di servizio e invece catapultato a Palazzo Madama.
Ma se per Casarza Ligure, avere un parlamentare è una novità clamorosa, ad esultare per un esordio storico in Parlamento è addirittura l'intero Golfo Paradiso. Luca Pastorino, sindaco di Bogliasco, rappresenta una primizia per l'intera storia repubblicana: mai nessuno originario del primo levante ligure aveva ottenuto un seggio a Roma. Ovviamente anche per Pastorino l'elezione è stata una lieta sorpresa, visto che i giochi di partito, in spregio ai risultati delle primarie, l'avevano relegato al rischiosissimo ottavo posto dietro Mara Carocci. Eppure, nonostante l'insuccesso numerico del Pd, la legge elettorale che tutti criticano, ha regalato anche in questo caso un parlamentare «immeritato» al partito di Bersani. Anzi, sempre restando alla lista della Camera, di posti ne ha «regalati» addirittura due, visto che il gioco dei resti ha permesso persino l'elezione del nono candidato, cioè di Franco Vazio, avvocato albenganese che nel proprio palmares politico vanta al massimo un incarico di dirigente provinciale del partito a Savona.
Il «porcellum», la legge elettorale firmata dallo stesso Calderoli che ne ha inventato il nomignolo dispregiativo a seguito dei troppi stravolgimenti subiti nel passaggio parlamentare, ha insomma colpito ancora. A farne le spese è stato tra gli altri il deputato uscente del Pdl, Eugenio Minasso. Che la sua posizione in lista fosse scomoda era palese, ma che dovesse cedere il passo ad altri candidati messi in teoria peggio di lui era davvero inimmaginabile. Per lo 0.30 per cento dei voti il centrodestra non ha ottenuto la vittoria alla Camera e quindi l'assegnazione della maggioranza dei seggi.

Eppure, nonostante un successo sfiorato di un nonnulla, il Pdl ha perso tutto persino con il gioco dei resti. Quasi inspiegabile, a rigor di logica. Così come l'elezione di candidati stracciati dal voto popolare eppure ugualmente catapultati a Roma, sta a confermare la necessità di modificare il «porcellum».

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