Stadio, il problema è nella foce del Bisagno

Mi riferisco agli articoli, - «pro e contro» - relativi alla sospensione di Samp-Inter. Lussana e Pistacchi dissertano sull'ordinanza del sindaco emessa per tale evento. Lussana: «Il problema nasce perché il Ferraris è in area esondabile». Pistacchi: «Il Comune rispetta le regole vigenti solo quando gli fa comodo». Forse hanno ragione entrambi ma per ragioni diverse. Non commento quanto affermato da Pistacchi: è un'opinione tra l'altro suffragata da esempi concreti. Non commento nemmeno quanto affermato da Lussana circa l'impeccabilità e tempestività dell'ordinanza volta a salvaguardare la sicurezza dei cittadini all'interno dell'area esondabile dov'è posto lo stadio Ferraris.
La materia del contendere, a mio modesto avviso, non è l'ordinanza, bensì l'area esondabile, ovvero la sua definizione territoriale come assunta con l'ordinanza numero 13 del 2012. Ordinanza, che immagino sia stata fatta su dati tecnici di esperti in materia di idraulica o comunque sulla piovosità, intensità e sul deflusso delle acque meteoriche. Il punto è proprio questo. È facile immaginare e definire una zona esondabile sulla scorta della massima e intensa piovosità che non trova sbocco, scaricando il deflusso su un'area vasta che lo contenga. Nulla da eccepire, salvo il fatto che ciò è sempre successo a fare data dall'anno 1953 imputabili a fatti meteorologici assolutamente diversi l'uno dall'altro.
Pertanto la conclusione è semplice.

Non potendo intervenire nella geometria dei corsi d'acqua (insufficienti ora non nelle condizioni quo ante), è giusto intervenire sul piano della sicurezza con il decreto delle aree esondabili (variabili nel tempo, sicuramente in aumento), a mio modesto parere si può e si deve intervenire alla foce del Bisagno restituendo il «delta del torrente». Per quanto attiene ai bacini secondari, ad esempio il rio Fereggiano, occorre prevedere soluzioni di scarico con tragitti alternativi.

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