Non si placa la polemica sulla proliferazione delle sale da gioco in Liguria. E ultimamente, la guerra tra Comuni e sale videolotteries non risparmia neanche i morti: secondo il Tar Liguria anche i cimiteri possono essere considerati luoghi sensibili, dunque è legittimo che un'amministrazione locale vieti l'avvio delle attività per una sala ritenuta troppo vicina.
La vicenda riguarda una sala «Vlt» - le slot potenziate con jackpot fino a 500 mila euro - che aveva già ottenuto la licenza di pubblica sicurezza dalla Questura di Recco, ma che poi è stata bloccata dal Comune perché sarebbe sorta a meno di 300 metri dal cimitero del comune confinante di Camogli.
«Il cimitero è strutturalmente e funzionalmente destinato a luogo di culto dei defunti», si legge nella sentenza pubblicata sul sito LexGiochi.it, un valore «laico e religioso» che è «parte integrante della nostra tradizione storico-culturale e cattolica che, come tale, prescinde dalle circoscrizioni amministrative che delimitano il singolo territorio comunale».
In merito all'eccesso di potere del Comune - visto che la competenza sul gioco è riservata allo Stato - il divieto di inizio attività, secondo il Tar, non è assoluto, ma è «in relazione all'assetto del territorio urbano»: il regolamento comunale «individua l'area e gli interessi» che devono essere salvaguardati «dagli effetti nocivi del gioco». Insomma anche secondo il tribunale amministrativo regionale ci sono situazioni che vanno salvaguardate.
Il regolamento del Comune e il conseguente divieto ad operare imposto alla sala, secondo i giudici liguri non presenta neanche profili di incostituzionalità, visto che in materia la Consulta si è espressa dando il via libera a una normativa simile adottata dalla Provincia di Bolzano.
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