Maria Sorbi
«Non si possono fare tagli sulla salute. Il fondo di 2 miliardi di euro previsto per il Patto della salute e destinato all'ampliamento dei livelli essenziali di assistenza, ai farmaci innovativi e alle nuove vaccinazioni non può subire un taglio di un miliardo e mezzo. Se così fosse non saremo in grado di poter soddisfare la copertura per queste nuove prestazioni». L'assessore regionale alla Salute Giulio Gallera corre ai ripari e cerca di prevenire possibili tagli alla sanità. «Sono sicuro che il ministro Lorenzin non lo permetterà mai. Tuttavia, conoscendo le modalità d'azione della presidenza del Consiglio e del ministero dell'Economia, dichiariamo fin d'ora che ci opporremo con tutte le forze a eventuali tagli».
E d'accordo l'ingresso di nuove voci all'interno dei Lea (tra cui l'inseminazione eterologa e la vaccinazione contro il ceppo B della meningite), ma ci sono alcune categorie di pazienti che rischiano di rimanere ancora una volta in ombra. È il caso di chi è affetto dalle malattie ematologiche, da sempre considerate una «branca» dell'oncologia ma mai riconosciute come una categoria a sé. Oggi i Lea prevedono il rimborso delle cure e dei trapianti per le leucemie e le varie terapie contro le anemie ma non riconoscono l'ematologia come una voce «indipendente». Il che significa meno fondi, rischio di tagli e un accesso più difficoltoso ai farmaci di ultima generazione. Se non fosse per la rete di associazioni che «prendono in carico» i pazienti e li seguono in tutto il loro percorso, dalla diagnosi al post operatorio.
La rete ematologica lombarda tratta 200 nuovi casi all'anno e garantisce cure di pari livello in tutti le 106 strutture regionali che aderiscono al network. Con l'obbiettivo di migliorare la ricerca e l'assistenza ai malati, ora la Rete cerca di levare le malattie del sangue dal ruolo di Cenerentola della sanità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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