Francesco Cramer
da Milano
Boicottare, ostacolare, sabotare. Sul tema cruciale delle grandi opere e della modernizzazione di cui da decenni necessita il Paese le parole dordine della sinistra (ma non solo, per la verità) sembrano queste. Il governo Berlusconi aziona le ruspe? Lopposizione le ingolfa. Si avvia il progetto «X»? Parte immediatamente la petizione, il ricorso, lesposto. Il fine è mettere i bastoni tra le ruote e fermare limmensa macchina delle grandi opere, cavallo di battaglia della Casa delle libertà. Se cè una galleria, un traforo, un ponte, una strada da realizzare ci sarà sempre un deputato, un Tar, un consiglio comunale, un consorzio, unassociazione pronta ad alzare la voce e porre il veto. Fosse anche, lassociazione, un gruppo di difensori dei diritti delle quaglie, delle querce o dei cavedani.
Affondare il Mose
Lultimo strillo, in termini di tempo, per mettere i lucchetti a un cantiere targato Berlusconi, è arrivato dal sindaco di Venezia, Massimo Cacciari. Lamministratore-filosofo ha evocato laiuto del leader del centrosinistra Prodi a proposito del Mose, il sistema di dighe mobili in costruzione per proteggere la laguna dal fenomeno dellacqua alta. Mercoledì scorso il sindaco ha passeggiato per i cantieri aperti; i lavori stanno andando avanti a pieno regime, eppure per lui il programma è da affossare. Ha annunciato una serie di incontri con tecnici e categorie economiche in settembre e poi, «se cambia il governo nel 2006 si può chiedere di ripensare il tutto», ha fatto capire. «La città deve potersi esprimere su questopera che ha un impatto così elevato su Venezia - ha sentenziato -. Se si dovesse concludere che il Mose non è la soluzione migliore, dovremo chiedere a governo e Regione di rivedere il tutto». Immediato il commento del presidente di Regione, Giancarlo Galan: «Ci risiamo con le consultazioni dei compagnucci». A Cacciari il Mose, la più grande opera mai realizzata dallo Stato, proprio non piace e, alleato ai sindaci di Chioggia e Cavallino, minaccia di rivolgersi alla magistratura per 17 interventi che ritiene abusivi. Il presidente del Magistrato alle acque, Maria Giovanna Piva, invero, sostiene invece che tutti i lavori in corso sono «pienamente legittimi».
Ma in Italia non cè ruspa che si muova senza metter in moto anche i palazzi di giustizia. Gigantesca linchiesta che ha riguardato lAlta Velocità.
Cantieri a singhiozzo
La linea ferroviaria in corso di realizzazione consiste in sette tratte lungo le direttrici nord-sud (da Milano a Napoli) ed est-ovest (da Venezia e Torino). Il mega-programma è finito a giudizio in molti tribunali del Paese accompagnato da centinaia di faldoni, montagne di dvd, sequestri a non finire per presunte violazioni della normativa sullo smaltimento dei rifiuti provenienti dai cantieri Tav. Denunce a iosa da parte delle molte associazioni ambientaliste, Legambiente in primis, ed esultanza della sinistra ogni volta che un pm ordinava lo stop alle ruspe. Non si contano poi i reclami in Commissione Ue e i sit-in di sindacati, centri sociali, Verdi per bloccare i lavori.
Variante di Valico e blocchi
Che la sinistra ambientalista sia «il male oscuro dellItalia» è convinzione del governatore del Veneto Giancarlo Galan, che così è sbottato dopo lennesimo boicottaggio dellopposizione sulla Variante di Valico, tratto autostradale per rendere più scorrevole il traffico tra Bologna e Firenze. Per anni è stato sufficiente che un microcomune rosso negasse unautorizzazione locale per immobilizzare un cantiere. Potenza della politica.
Un ponte di chiacchiere
Celebri in questo senso le polemiche sul ponte sullo Stretto di Messina. Definita «infrastruttura delle infrastrutture», è sempre stata vista come fumo negli occhi dallUlivo. La sinistra sè spellata le mani dagli applausi quando lanno scorso lEuroparlamento ha giudicato non prioritaria lopera. E sulle due sponde si gioca un delicato ping pong tra i due schieramenti. Su una sponda, a Messina, per anni ha imperato Giuseppe Buzzanca, An, favorevolissimo. Sullaltra, a Villa San Giovanni, cè Rocco Cassone, avversario ulivista, contrarissimo.
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