Certo, delle cadute di stile ci sono. La puntata di Radio anch'io con ospite Romano Prodi somigliava più al confessionale del Grande Fratello che a una vera intervista. Ma, a dire il vero, intervistare Prodi è una fatica improba per tutti: il presidente del Consiglio ha un eloquio tale che è capace di stendere chiunque. Oppure, a volte, ci sono dei sommari del Gr in cui sembra che il clima nell'Unione sia più simile a quello di una spiaggia della Polinesia che a quello di una strada di Bagdad, come in effetti è. O, ancora, dei momenti in cui è difficile dimenticarsi che il direttore ha iniziato la sua carriera all'Unità, è passato attraverso la condirezione di Paese sera ed è stato anche corrispondente Rai da Mosca.
Ma, al di là di tutto questo, persino al di là di tutto questo, Antonio Caprarica nei primi mesi di direzione dei giornali radio Rai, si sta muovendo bene. Perché, al di là di tutto questo, persino al di là di tutto questo, Caprarica è un buon giornalista, merito che gli viene riconosciuto anche dall'opposizione. E, al di là di tutto questo, persino al di là di tutto questo, resta pur sempre un signore che si è laureato in filosofia con una tesi su Adam Smith, relatore Lucio Colletti. Insomma, Caprarica non è Stalin. E la differenza fra i suoi giornali radio e il Tg1 attuale, tanto per fare un esempio, si sente. Sembra quasi un caso di scuola per dimostrare che la radio è più libera e meno condizionata.
Ma, al di là della politica, che in questa sede ci interessa relativamente, è dal punto di vista radiofonico che Caprarica sta muovendosi bene. Anche con piccole regole giornalistiche: l'idea di tanti servizi è vincente, così come la brevità dei servizi stessi. Funziona l'alternanza delle voci, voluta dal direttore dei Gr, un po' immaginificamente, «perché le voci sono i colori della radio». Oppure, funziona il tentativo - ancora da perfezionare - di interagire in qualche modo con gli ascoltatori, anche con le nuove tecnologie. Idem, l'idea di tradurre sempre gli acronimi, spiegando volta per volta che il Csm è il Consiglio superiore della magistratura.
Insomma, Caprarica ne capisce. Pure al di fuori dai Gr. E l'ha dimostrato anche non smantellando quanto di buono aveva fatto il suo predecessore Bruno Socillo, passato ora a Gr Parlamento, che qualche pasdaran avrebbe voluto rimuovere completamente.
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