da Milano
Senza Basso avrebbe vinto il Giro a mani basse. Josè Enrique Gutierrez è il battuto, il primo degli sconfitti, luomo che ha sorpreso tutti, anche se stesso. Era arrivato con il sogno di concludere il Giro nei primi dieci, ma dopo la crono di Pontedera, più o meno a metà corsa, si è piazzato secondo alle spalle di Basso sconvolgendo qualsiasi previsione della vigilia, erano altri i nomi attesi: «Temevo, più di ogni altra cosa, le tappe terribili in montagna e, invece, tutto sommato mi sono difeso molto meglio di quanto avrei mai immaginato. Questo Giro è stato il più competitivo di quelli che ho corso. Rispetto alla mia prima volta, nel 1998, è cambiato completamente. Assomiglia sempre di più al Tour».
Zitto zitto Gutierrez, 32 anni tra poco, tifoso del Real Madrid, ha collezionato un filotto di piazzamenti di tutto rispetto: terzo nella crono di Seraing, sulla Maielletta, a La Thuile e sul Furcia, quarto nella tappa di Saltara e sesto nella crono di Pontedera facendo bene accanto a Ullrich, Basso e Savoldelli. Ottimo passista, El Bufalo viene chiamato così per il fisico imponente, landatura pesante e un tic, quello di sbuffare dalle narici quando respira in corsa.
Nato a Vinaleza vicino Valencia, ha sempre tifato per Indurain, forse perché col navarro ha in comune lindole calma, pacata, di chi ama le passeggiate nel verde delle montagna con la moglie Felicidad, il loro bimbo Iban e il cane Dino.
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