Egregio dottor Lussana, ho letto, nel numero di oggi, la storia del Primo capitano Francesco Calabrese.
Non so quanto possa essere utile a eventuali, ulteriori, ricerche, ma voglio ugualmente riferirLe quanto a mia conoscenza.
Uscito dalla guerra e in attesa della laurea, io fui impiegato per circa quattro anni allEnpas (la mutua degli statali) dove avevo un collega - rimastovi fino alla pensione - se non ricordo male della classe 1918, il quale raccontava che, tornato dalla prigionia in Estremo oriente (mi pare fosse marinaio) non aveva più trovato i genitori (che a lui risultavano sfollati nellentroterra ligure o piemontese). Di loro, raccontava, non era riuscito neppure a sapere dove fossero seppelliti, ma qualcuno lo informò che erano stati prelevati e uccisi dai partigiani.
Quel mio collega si chiamava Remo Calabrese e raccontava che suo padre, capitano, non aveva mai avuto alcuna carica politica fascista.
Di lui non ho più notizie: non so neppure se sia ancora vivo.
Può darsi che altri dipendenti dellEnpas, ancora in vita, ne sappiano qualcosa di più.
Posso fornirle tre nomi: la mia coetanea sig.
Con i migliori saluti,
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.