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"I Am Not Okay With This", una serie tv per "giovani di ogni età"

La nuova serie Netflix mischia problematiche da teenager ed elementi del filone supereroistico. I primi sette godibili episodi sono il lungo prologo alla seconda stagione

"I Am Not Okay With This", una serie tv per "giovani di ogni età"

"I Am Not Okay With This" è una commedia drammatica dal sapore teen appena uscita sulla piattaforma Netflix e suddivisa in sette episodi, della durata di circa mezzora ciascuno, che scorrono via uno dopo l'altro in maniera piacevole.

Costituisce un tuffo nella pubertà e riesce a parlare a spettatori di età diverse non solo per l'universalità di alcuni temi ma anche per i rimandi a molteplici periodi: oltre ai numerosi brani iconici usciti dagli anni 80, si ravvisano citazioni di "Carrie", film di Brian De Palma del 1976 tratto dal romanzo di Steven King, ma anche di "Bella in Rosa", celebre commedia romantica del 1986 sull'amore adolescenziale e, infine, di un film del 2012, "Chronicle" in cui dei ragazzi si trovavano alle prese con le conseguenze dell'acquisizione improvvisa di superpoteri.

"I Am Not Okay With This" può vedere tranquillamente sul divano genitori e figli adolescenti, attratti assieme da quanto raccontato dalla protagonista diciassettenne, Sydney (Sophia Lillis, già vista nel recente "IT"). La ragazza vive un periodo dominato da nervosismo e insicurezza, si sente diversa dai coetanei e sta cercando di elaborare un trauma recente, quello del suicidio del padre. Le cose non vanno bene a livello comunicativo con la madre Maggie (Kathleen Rose Perkins), mentre c'è amorevole intesa con il fratello minore Liam (Aidan Wojtak-Hissong). Quando la migliore amica, Dina (Sofia Bryant), si trova un fidanzato, Brad (Richard Ellis), Sydney si sente abbandonata e inizia a frequentare, seppur inizialmente controvoglia, l'eccentrico Stanley (Wyatt Oleff, anche lui reduce da "IT"), che presto s'innamora di lei. Il quotidiano della studentessa si complica enormemente quando scopre di avere dei poteri la cui manifestazione emerge ogni qual volta lei non abbia pieno controllo delle emozioni.

La nuova serie originale di Netflix è creata e diretta da Jonathan Entwistle (come già “The End Of the F***ing World”) ed è basata sull’omonima graphic novel di Charles Forsman. Oltre a parlare dell'angoscia legata al sentire che qualcosa non va all'interno di se stessi, tipica della crescita, la narrazione si sofferma sulla gestione interiore della rabbia, qualcosa che non conosce età e che può rendere molto vulnerabili, così come creare problemi che vanno a sommarsi a quelli di tutti i giorni. Le capacità speciali della protagonista si fanno, infatti, metafora di come uno stato emotivo alterato possa costituire un surplus energetico e motivazionale da incanalare a dovere, in positivo, per scongiurare il rischio che deflagri con conseguenze pesanti e drammatiche. Un monito questo, utile a tutti e nascosto in uno script forse mai davvero innovativo ma ugualmente accattivante, in cui gli stilemi tipici del teen-drama e del coming of age subiscono contaminazioni dal genere supereoistico.

Peccato per la caratterizzazione eccessivamente stereotipata dei personaggi secondari e per l'insistita presenza di erba da fumo come antidoto ai momenti d'impasse. Diverte, invece, la continua presenza di un dialogo interiore che punteggia per opposizione quanto sostenuto dalla protagonista a parole o nei gesti, così come osservare il disagio di quest'ultima per l'acne sulle cosce o il suo mancato entusiasmo durante le prime esperienze sessuali. Il sottile cinismo con cui Sydney sopravvive in un mondo che non le sembra proprio adatto a lei è a un tempo tenero e brillante.

I primi episodi sono tutti incentrati sulla scoperta e l’accettazione di sé, mentre la sfumatura sovrannaturale guadagna importanza solo un po' alla volta e questo è un bene perché il realismo iniziale aiuta la nascita di un'empatia più profonda nei confronti dei personaggi principali.

"I Am Not Okay With This" è un prodotto sì derivativo ma cui è facile appassionarsi, perché non parla solo ai ragazzini di oggi ma anche all'adolescente che siamo stati e lo fa con una dolcezza misurata che sfocia talvolta nel malinconico, talvolta nell'umoristico.

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