Roma«Se il metodo è questo, mi ritiro per sempre dai David. Che se la cantino e se la suonino». Non avevamo mai sentito Carlo Verdone così arrabbiato - intervistato laltro giorno dal Riformista - dopo lannuncio della quasi totale esclusione del suo Io, loro e Lara (solo Marco Giallini come attore non protagonista) dalle cinquine dei David di Donatello. Verdone, che nelle stesse ore veniva giustamente omaggiato dallUniversità di Tor Vergata in unAula Magna strapiena di studenti «e dieci minuti di applausi», non è però lunico grande escluso dai premi pilotati dal presidente dellAccademia del cinema italiano Gian Luigi Rondi che verranno assegnati nella serata del 7 maggio. Sì perché i ben 1592 giurati che hanno votato le cinquine si sono dimenticati di buona parte del cinema italiano. Concentrando lattenzione solo su un pugno di film: La prima cosa bella di Paolo Virzì con 18 nomination, Luomo che verrà di Giorgio Diritti con 16, Vincere di Marco Bellocchio con 15, Baarìa di Giuseppe Tornatore con 14 e Mine vaganti di Ferzan Ozpetek con 13.
Ecco, di fronte a questi grandi numeri, stona un po, ad esempio, la totale assenza di Pupi Avati che solo lanno scorso era riuscito, dopo un po di tempo dal premio nel 2003 per Il cuore altrove (peraltro risarcitorio di decenni doblio), a essere nominato per Il papà di Giovanna. E sì che il regista bolognese sforna quasi due film lanno, tanto che secondo il regolamento era papabile sia per Gli amici del bar Margherita che per Il figlio più piccolo. Non solo lui come regista ovviamente, ma anche gli attori, attrici, magari un costumista... E invece nisba.
A ben vedere, sono solo queste innocenti indicazioni a risarcire i grandi esclusi come, appunto, Verdone e Gabriele Muccino che per il suo Baciami ancora ha ottenuto solo due nomination: per la canzone di Jovanotti e per lattore non protagonista, Pierfrancesco Favino. Sempre i ragazzi sono stati gli unici a inserire nella loro cinquina Genitori e figli: Agitare bene prima delluso di Giovanni Veronesi, autore non molto amato dai David. Perché è ormai assodato che la commedia è il genere per eccellenza sempre assente da questi riconoscimenti annuali (ma, agli antipodi, anche un film unico come Io sono lamore di Luca Guadagnino).
Tuttinsieme i grandi esclusi rappresentano parecchi milioni di spettatori, non rappresentati dallAccademia del cinema italiano.
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