da Roma
Sono i commenti che non si vorrebbero mai leggere, le frasi impronunciabili, le più irrispettose. Ieri mattina sul sito noglobal indymedia, poco dopo che in Italia si era saputo dellattentato al convoglio di Nassirya in cui sono morti tre italiani, sono comparsi nella sezione del forum le prime riflessioni contro militari uccisi ieri mattina, anche se quei carabinieri ora sono morti e non le possono leggere né ascoltare.
«Sono pagati profumatamente per correre il rischio, stavolta è andata male, pazienza!». Esordisce così un frequentatore, e non è il solo, in testa a una lunga fila di accuse e prese in giro, spezzate ogni tanto da qualche rimprovero di utenti più ragionevoli. Cè una parte dItalia che la pensa così, come linternauta «friz» per esempio: «Eh sì è stato il malocchio che lha uccisi vero? O piuttosto la vostra coglionaggine che vi porta a credere che i nostri angeli di pace siano in Irak a portare le caramelle ai bambini».
«Resistenza ovunque» è lo slogan che compare in questo o quel commento. «Vittoria Oliva» la vede così: «in finale è un incidente di lavoro ne avvengono un fottio!!!! Loro potrebbero pure disertare, un muratore no!».
Non manca la teoria del complotto che vede nellattentato un mezzo per attuare una sorta di «golpe» sul neogoverno dellUnione: «Vedrete se non salterà fuori con qualche cazzata opportunamente strombazzata da tutte le sue televisioni che fa bene a non dimettersi per senso di responsabilità perché non si può lasciare il governo a gente come Bertinotti che sostiene i criminali che bruciano le bandiere giudee e vuole da perfetto incosciente pacifinto farci ritirare dallIrak».
Scorrendo i messaggi, si trova anche la formula dei morti di serie A: «Non credo che un muratore percepisca lo stesso loro stipendio e se muore un operaio sul lavoro non viene assegnata nessuna medaglia all'onore e la famiglia non riceve nessun indennizzo miliardario!». E ancora: «Qual è il lavoro di un militare? Sparare, accoppare. Capita pure che sia accoppato!». Non sono in pochi che la pensano così. «Non indignato» scrive: «Nessuno ha obbligato questi nuovi mercenari ad invadere un paese e portare la pace a suon di mitraglia. Nessuna indignazione».
Anche in un altro messaggio, di un diverso navigatore, viene espresso lo stesso concetto: «Se a morire è gente che ha fatto dell'assassinio e della sopraffazione il proprio mestiere, nessun rispetto. Il rispetto va alle vittime innocenti non a gente che sta in Irak non voluta e in armi per imporre gli interessi dei propri padroni».
Ci sono poi gli attacchi politici: «Oltre che sul governo Berlusconi - scrive cittadino indignato - la responsabilità di questo sangue è anche di Ciampi, che piange lacrime di coccodrillo. Sarebbe stato infatti suo dovere, quale supremo garante della Costituzione, vietare la partecipazione italiana all'avventura coloniale statunitense».
Non ci sono solo navigatori anonimi. Su indymedia viene infatti pubblicato un comunicato del partito marxista leninista: «I marxisti-leninisti italiani - si legge nel comunicato - considerano l'ex governo e personalmente l'ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, in quanto allora capo delle Forze armate, i responsabili della strage dei soldati italiani in Irak. Non c'è infatti alcun plausibile motivo che l'Italia partecipi all'occupazione di quel paese».
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