I soci privati favorevoli ad aggregazioni

Nella battaglia sul futuro della Banca delle Marche scendono in campo gli azionisti privati. Circa trentamila, fra risparmiatori e imprese, che detengono il 30% circa di BdM e in una lettera inviata ai giornali locali si dicono favorevoli all’aggregazione dell’istituto con un grande gruppo, e attaccano la Fondazione Cassa di risparmio di Macerata che si oppone all’operazione. Firmata dal presidente dell’Associazione Azionisti privati della Banca delle Marche Adriano Anconetani, la lettera dei «delusi» - così si presentano - non prende posizione né per Intesa Sanpaolo né per Crédit Agricole (i due principali candidati all’acquisto), ma ricorda che le aggregazioni sono «suggerite e favorite» anche da Banca d’Italia. Se rimarrà isolata, argomenta Anconetani, Banca delle Marche non potrà deliberare un nuovo aumento di capitale (le tre Fondazioni di Macerata, Pesaro e Jesi, proprietarie del 52% del capitale, non potrebbero partecipare per legge), perdendo valore e mettendo a rischio posti di lavoro.

«Chiediamo alle Fondazioni di indire un’assemblea della banca, perché quello è il terreno di confronto». Quanto alla politica, è bene che stia al suo posto. Un messaggio a consiglio regionale e presidente della giunta Gian Mario Spacca, che oggi pomeriggio incontrerà i presidenti delle tre Fondazioni.

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