Gli inquirenti battono la pista della pratica sessuale estrema

Una pratica sessuale estrema, anche con l’ipotesi della donna non consenziente, attuata con particolare violenza da uno o più uomini, quindi, in quest’ultimo, caso di gruppo. È questa una delle piste a cui stanno lavorando inquirenti e investigatori impegnati dalla notte tra sabato e domenica scorsa a indagare sul presunto stupro ai danni di una giovane laziale, studentessa all’Aquila, trovata al di fuori della discoteca Guernica nel comune aquilano di Pizzoli (L’Aquila), svenuta, seminuda in mezzo alla neve e in un pozza di sangue per le gravi ferite nelle zone genitali. Proprio le ferite riportate nelle parti esterne e interne, soprattutto queste ultime, avrebbero portato gli investigatori a pensare a una situazione «estrema» che viene vagliata attentamente insieme a tutta un’altra serie di ipotesi.

In relazione a questo, secondo quanto si è appreso, i carabinieri stanno cercando un oggetto che potrebbe essere servito alla violenza o alla pratica sessuale estrema. I sospetti si concentrano su tre militari del 33/o reggimento artiglieria e una giovane. Le indagini sono secretate.

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