Camice e cioccolatini, la mattinata con i malati

Turno più "operativo" per l'ex premier. Qualche tensione tra giornalisti e scorta

Camice e cioccolatini, la mattinata con i malati

Milano - Questa volta c'è scappata quasi la rissa. La seconda giornata di Silvio Berlusconi alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone è stata ancora più tesa della prima. Se la scorsa settimana l'istituto dove il leader di Forza Italia è stato condannato a scontare una pena di dieci mesi ai servizi sociali, era stato blindato e preso d'assalto da oltre 200 giornalisti, ieri il circo mediatico è stato più fastidioso. Tanto che la direzione sanitaria della clinica ha diffuso nei giorni scorsi una circolare a tutti i dipendenti, nella quale si invitavano gli operatori a «non farsi distrarre» e a non farsi «coinvolgere dalla curiosità, ma di pensare esclusivamente all'accoglienza degli ospiti».

Una spettacolarizzazione che non è piaciuta ai giudici del tribunale di sorveglianza di Milano che hanno deciso di aumentare i divieti e la sicurezza. Uomini della security si sono appostati a ogni ingresso e uscita per evitare infiltrazioni di giornalisti, magari camuffati da parenti degli ospiti della struttura. Questa volta i cronisti delle varie testate e le troupe televisive sono stati fermati alla sbarra dell'ingresso, senza nemmeno la possibilità di andare davanti alla porta del padiglione San Pietro dove Berlusconi presta servizio di aiuto ai malati di Alzheimer. Qualcuno è riuscito a raggiungere il balcone di qualche casa vicina alla casa di cura. Una operatrice spiega che per «Berlusconi è stata scelta la residenza San Pietro in quanto è l'unica dotata di un sistema di ingresso a codice che garantisce la presenza solo di persone autorizzate».

Ieri mattina, puntuale come sempre, il Cavaliere si è infilato il camice bianco alle 9.45 e ha iniziato il suo servizio di 4 ore. Ha portato ai malati affetti da demenza senile dei regalini: orologi del Milan, sciarpe, gadget, cioccolatini. Un secondo appuntamento non più solo «osservativo», ma più «operativo». Questa volta Berlusconi non si è limitato, come la volta scorsa, ad ascoltare e osservare il lavoro degli operatori sanitari, ma ha anche cominciato a partecipare a qualche piccola attività con gli anziani. Nessun commento all'arrivo e nessun commento al ritorno. Solo un sorriso e un saluto con la mano. Insieme all'orda di giornalisti alla porta carraia della onlus milanese c'erano anche alcuni fan, tra i quali la nota pasionaria di Forza Italia, Noel Joi, che è arrivata con tanto di cartello: «Silvio sei unico e sarò per te fino all'ultimo respiro». La donna, appena ha visto arrivare il corteo di auto blu, si è allontanata dall'uscita, appostandosi una cinquantina di metri più avanti sul lato opposto della carreggiata. Superato il blocco dei giornalisti l'Audi con a bordo Berlusconi ha rallentato, senza mai fermarsi ma procedendo a passo d'uomo, e l'ex premier ha abbassato il finestrino per salutarla e stringerle la mano. A quel punto c'è stato lo scatto di tutti i giornalisti.

Momenti di tensione si sono avuti nel momento in cui le guardie del corpo sono scese dall'ultima auto del corteo e hanno iniziato a strattonare i giornalisti spostandoli con la forza. Un isolato contestatore dall'altra parte della strada ha gridato più d'una volta: «A San Vittore!». A lui non è stato torto un capello.

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