I dati snocciolati questa mattina dalla Cgia di Mestre fanno accaponare la pelle. Non lasciano ombra di dubbio: la crisi economica uccide. A causa della stretta della finanza sull'economia reale l'Italia ha assistito, immobile, al gesto estremo di 23 imprenditori che hanno deciso di togliersi la vita non potendo più far fronte ai debiti da pagare. Ventitré, dall’inizio del 2012. Un numero impressionante. Nove di questi sono stati solo in Veneto.
In Italia un'impresa su due - circa il 49,6% - chiude i battenti entro i primi cinque anni di vita. Un dato molto preoccupante che segnala la grave difficoltà che stanno vivendo le imprese, soprattutto quelle guidate da neoimprenditori. Presentando l'indagine fatta dall'associazione veneta, il presidente Giuseppe Bortolussi ha fatto notare che le tasse, la burocrazia e la mancanza di liquidità sono i principali ostacoli che costringono molti neoimprenditori a gettare la spugna anzitempo. "Molte persone, soprattutto giovani, tentano la via dell’autoimpresa senza avere il know how necessario - ha fatto notare il numero uno della Cgia di Mestre - tuttavia è un segnale preoccupante anche alla luce delle tragedie che si stanno consumando in questi ultimi mesi". Il pensiero va, infatti, a quei 23 suicidi tra i piccoli imprenditori che si sono registrati dall’inizio dell’anno ad oggi, nove dei quali (pari al 40% del totale) sono avvenuti nel Veneto.
Secondo Bortolussi, il meccanismo si sta spezzando: "I suicidi sono un vero grido di allarme lanciato da chi non ce la fa più". Come spiegano bene i tecnici della Cgia, infatti, le tasse, la burocrazia, la stretta creditizia e i ritardi nei pagamenti hanno creato un clima ostile che penalizza chi fa impresa. "Per molti - ha puntualizzato Bortolussi - il suicidio è visto come un gesto di ribellione contro un sistema sordo ed insensibile che non riesce a cogliere la gravità della situazione". Sono molti in Italia a sottovalutare l’importanza delle piccole micro imprese in chiave occupazionale.
Se, come sottolinea l’Unione europea, il 58% dei nuovi posti di lavoro è creato dalle imprese con meno di dieci addetti, e se, come risulta dai dati Istat, il 60% dei giovani italiani neoassunti nel 2011 è stato "assorbito" dalle micro imprese con meno di 15 addetti, è chiaro che, a questo punto, il governo non può non intervenire abbassando il carico fiscale sulle imprese e in generale sul mondo del lavoro, altrimenti sarà difficile far ripartire l’economia delPaese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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