La Curia per ora non cambia Imbarazzo sul ruolo di Georg

Francesco ha rispettato la prassi: confermate provvisoriamente tutte le nomine. Don Gaenswein gli è accanto in tutte le cerimonie, ma resta segretario di Ratzinger

Città del Vaticano Papa Francesco ha confermato la «squadra» di Papa Benedetto. Tutti i capi dicastero della Curia romana, i segretari e i componenti, sono stati mantenuti nelle posizioni che occupavano all'inizio della sede vacante, quando sono decaduti automaticamente secondo le disposizioni della costituzione apostolica «Universi Dominici Gregis».

La riconferma era nell'aria ed è arrivata con la formula prevista del «donec aliter provideatur», cioè «finché non si provveda diversamente». In questo modo il Papa si è riservato il diritto di intervenire quando lo riterrà opportuno. È un'assegnazione provvisoria, come sottolinea la nota della Sala stampa vaticana: «Il Santo Padre desidera infatti riservarsi un certo tempo per la riflessione, la preghiera e il dialogo prima di qualunque nomina o conferma definitiva».
La prassi è stata rispettata. Il comunicato è stringato. Ma è evidente l'intenzione di Papa Francesco di intervenire con mano ferma. Ratzinger aveva operato pochi avvicendamenti iniziali, lasciando che scadessero gli incarichi per limiti d'età. Lo stesso Tarcisio Bertone, oggi settantottenne e da tre anni in «prorogatio», fu nominato segretario di Stato nel giugno 2006, oltre un anno dopo l'elezione di Benedetto XVI, ed entrò in carica a settembre. Anch'egli ora è provvisorio, ha spiegato padre Federico Lombardi, ma quella del numero 2 della gerarchia vaticana è una nomina fiduciaria che il Papa può revocare in ogni momento. Probabile che Bertone possa restare in segreteria di Stato fino all'estate e che accompagni Papa Francesco nel suo viaggio in Brasile per la Giornata mondiale della gioventù: un viaggio in America latina che potrebbe prevedere altre tappe in diverse nazioni come la stessa Argentina, patria di Bergoglio.

Bergoglio darà una sforbiciata alla struttura curiale. Nei giorni scorsi la volontà «semplificatrice» era stata anticipata da padre Federico Lombardi. «Difficile che si possa pensare a una moltiplicazione di dicasteri, piuttosto a un ridimensionamento», aveva detto. Dalle prime nomine si capirà se il Papa intenda avviare subito questa ristrutturazione, oppure se prima si circonderà di persone di fiducia con le quali studiare le modifiche da apportare. Uno dei nodi da risolvere sarà anche il ruolo di don Georg Gaenswein, che in questi giorni lo accompagna in tutte le cerimonie ufficiali. Il Prefetto della Casa pontificia è però ancora, contemporaneamente, il segretario di Papa Bendetto XVI.

Sul suo tavolo nell'appartamento - provvisorio anch'esso - nella Casa Santa Marta, Francesco ha anche il dossier sullo scandalo Vatileaks preparato da tre cardinali ultraottantenni incaricati da Benedetto XVI. «Una Chiesa povera e per i poveri», ha detto ieri il Papa sintetizzando il suo programma pastorale: questa impostazione si rifletterà anche sullo Ior e le altre strutture finanziarie vaticane.

In questi primi giorni Bergoglio ha preferito dedicarsi ad altri impegni. Questa mattina dirà la messa nella chiesa di Sant'Anna in Vaticano prima di recitare il primo Angelus alle 12 dalle finestre dello studio privato. Domani incontrerà la presidente argentina, Cristina Kirchner, e martedì in piazza San Pietro alle 9,30 presiederà la messa di inizio pontificato. È atteso un milione di fedeli. Mercoledì saranno ricevuti i Delegati fraterni, mentre venerdì è in calendario l'udienza al Corpo diplomatico presso la Santa Sede. Una settimana impegnativa, durante la quale il Papa dovrà anche preparare i riti della Settimana Santa.

Sabato, vigilia delle Palme, Papa Francesco uscirà per la prima volta da Roma: andrà in elicottero a Castel Gandolfo per incontrare Benedetto XVI. Partirà alle 12 e i due Papi pranzeranno insieme. Un evento senza precedenti nella storia.

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