Ecco perché c'è stata una reazione emotiva il commento 2

di Gianluca Garbi

Negli ultimi giorni si è parlato di complotto dei mercati o di forze oscure che muoverebbero lo spread. La realtà è che il mercato è un luogo in cui si incontrano domanda e offerta e dove gli investitori formulano le loro proposte di acquisto o di vendita dei titoli quotati. Quando c'è incertezza, il prezzo a cui gli investitori sono disposti a vendere, rispetto al prezzo cui altri sono disposti a comprare, si allontana, e se questo divario sale vengono eseguiti. Così è successo lunedì scorso. Gli investitori non hanno compreso immediatamente gli effetti dell'annuncio delle dimissioni del premier Mario Monti e hanno reagito in modo prudente, ma non necessariamente razionale. Prudente, perché nell'incertezza hanno proposto prezzi in acquisto o in vendita molto distanti tra loro; non razionale perché, non avendo capito l'effetto dell'annuncio, hanno ipotizzato un'immediata vacatio politica e, quindi, una maggiore difficoltà nel collocare il debito pubblico. Passato il primo momento, il mercato ha però iniziato a comprendere come la situazione fosse più stabile di quanto sembrasse. Il mercato interbancario a breve è rimasto liquido, nei mercati dei pronti contro termine i tassi sono rimasti bassissimi e i quantitativi offerti non sono scesi. È stato anche valutato il fatto che il Tesoro avesse già fatto cassa nei mesi scorsi, coprendo buona parte del fabbisogno e che, quindi, le scadenze degli oltre 60 miliardi di titoli di Stato italiani di dicembre e dei 21 miliardi in scadenza a gennaio, non avrebbero rappresentato un problema. Forse qualche investitore estero, meno addentro al sistema politico italiano, non aveva considerato il fatto che l'attuale premier fosse comunque in scadenza. La possibilità per Monti di restare a guidare il governo non era prevista, poiché né il centrodestra né il centrosinistra lo hanno mai indicato come candidato, e se i centristi hanno continuato a farlo, sono stati smentiti dallo stesso presidente della Repubblica. L'ipotesi che Monti possa continuare come premier passerebbe piuttosto da un futuro stallo del Parlamento, senza maggioranza chiara, con la necessità di trovare un nuovo accordo di grande coalizione o di compromesso. Ipotesi possibile, ma a oggi aleatoria, che causerebbe comunque una reazione negativa sui mercati perché sintomo della debolezza del governo. In realtà quanti comprano o vendono titoli di Stato, e il 60% dei titoli di Stato nazionali è detenuto da italiani, sono semplicemente spinti da una valutazione personale.
Quando il Tesoro riesce a collocare, in poche ore, più di 10 miliardi del Btp Italia principalmente presso famiglie italiane, non possiamo gridare al complotto di coloro che decidono di credere nel proprio Paese.
Il comportamento del mercato, se momentaneamente poco razionale, alla fine trova sempre un suo equilibrio che non è il frutto di una congiura di pochi eletti, ma il risultato del pensiero prevalente di coloro che, partecipando al mercato, decidono di prestare i propri soldi all'Italia piuttosto che a un altro Paese. Gli spread sono il risultato, piaccia o meno, di quello che gli investitori, oggi principalmente italiani, comprendono dell'attività politica e non viceversa.
Quando Mario Draghi il 2 agosto 2011 vinse la sua prima battaglia con la Germania, ma non volle stravincere per non umiliare Weidmann, sembrando attendista, il mercato reagì emotivamente portando il differenziale tra Italia Germania vicino ai 500 punti.


Quando nelle ore successive fu compreso il grande risultato raggiunto da Draghi, e anche come abbia evitato lo scontro diretto con la Germania ottenendone il supporto politico, i rendimenti tornarono a scendere velocemente e fu raggiunto un nuovo equilibrio per i valori di mercato.
Gli annunci possono creare reazioni emotive che si riversano immediatamente sui mercati, ma quando vengono meglio compresi riportano livelli di equilibrio non facilmente manipolabili.

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