ECONOMIA & MERCATI

A pochi giorni dall'attesa approvazione del «Piano casa», sull'Italia piove un'amara conferma: siamo un Paese sempre più «in affitto» che, a causa della crisi, sta perdendo uno dei propri segni distintivi: avere una casa di proprietà era, nel 2011, una certezza per sette famiglie su dieci. Ora, invece, nonostante i timidi segnali di ripresa, comprare casa per le famiglie italiane è sempre più un miraggio.
Ad anticipare la fine di un'epoca era stata l'Istat quando, nel 2012, registrò l'inversione di tendenza e mise nero su bianco che «nel 2013 non ci sarebbe stata alcuna ripresa delle compravendite di immobili residenziali». Ora, superato ampiamente il giro di boa di metà anno, la conferma arriva anche da Confartigianato: nel primo trimestre 2013, l'acquisto e la vendita di case è sceso a picco registrando un crollo del 13,8% rispetto a fine 2012, e il quinto trimestre consecutivo in calo. E tutto questo nonostante «l'effetto bolla» che, con un consistente numero di permessi residenziali e un calo delle compravendite, si è tradotto in un rilevante stock di case rimaste invendute e in un calo dei prezzi (-7,7% nel primo trimestre 2013).
Ma se non è il listino immobiliare a raffreddare gli acquisti, cosa impatta sul settore? La discesa verticale è imputabile, secondo Confartigianato, in particolare al costo dei mutui che, nonostante la diminuzione di 27 punti base registrata nell'ultimo anno, in Italia si confermano i più cari d'Europa. Con un tasso medio d'interesse, a maggio 2013, pari al 3,53%, l'Italia è infatti il Paese più esoso del Vecchio Continente. Basti pensare che il tasso medio dell'Area Euro è al 2,87% . E che sono meno care anche Germania (2,91%), Spagna (2,90%), e Francia (2,77%). A ruota, è in caduta libera anche il dato sui mutui erogati per comprare casa. Dopo il crollo del 37,4%, registrato tra il 2011 e il 2011, lo stock di mutui concessi alle famiglie italiane per comprare casa si è fermato a giugno a quota 364,1 miliardi, in calo dello 0,8% su base mensile. Un dato in controtendenza rispetto alla situazione fotografata nell'Eurozona dove lo stock di mutui per abitazioni è in crescita dello 0,8% rispetto al mese precedente. Una distanza che appare ancor più rilevante se confrontata con il dato della Francia, dove si segnala un aumento del 2,7% e della Germania (+ 2,1%). A fare peggio dell'Italia è solo la Spagna con una flessione del 3,8 per cento. La fotografia all'interno dei confini nazionali mette poi in evidenza che, l'80,8% dei prestiti per mutui si concentra nel Centro-Nord e il restante 19,2% nel Mezzogiorno.

Lo stato di crisi in cui versa il settore immobiliare non riguarda però solo i mutui e le vendite, ma l'intero settore delle costruzioni, per questo, ricordando l'importanza del «Piano casa» da 5 miliardi (che dovrebbe essere approvato a fine mese), il segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli auspica «interventi in più direzioni che non dimentichino l'efficacia di misure come le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni». Grazie a questi interventi, varati a giugno, si prevedono, infatti,13.700 nuovi posti di lavoro. Una boccata d'ossigeno per le costruzioni che nell'ultimo anno ha perso 122.000 occupati.

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