Roma - I numeri parlano. E quelli delle tabelle della legge di Stabilità (appena arrivate al Senato) dicono che, a fronte di una manovra economica del prossimo anno da 11,4 miliardi, nel 2015 la correzione dei conti sarà da 28,6 miliardi; e nel 2016, da 33,4 miliardi. Per gli amanti del genere, si tratta di manovre che valgono rispettivamente quasi 2 punti e 2 punti e mezzo di Pil.
Letti in controluce, i numeri della legge di Stabilità fanno anche intravvedere evoluzioni dello scenario politico. Con due variabili: elezioni in primavera o ricomposizione (con relativo rimpasto) della maggioranza di governo. Solo una maggioranza decisamente più coesa dell'attuale potrà varare - in pieno semestre di presidenza italiana della Ue - una manovra da 28,6 miliardi per il 2015 per rispettare gli impegni europei del pareggio di bilancio.
Le tabelle della legge di Stabilità, poi, sembrano contraddire l'intenzione del presidente del Consiglio di ridurre di un punto la pressione fiscale nel triennio della manovra 2014-16. Il prossimo anno le entrate crescono di 7,2 miliardi. Nel 2015, però, saliranno di 16,4 miliardi; per arrivare a segnare una crescita di 19,6 miliardi nel 2016. Vale a dire che tra il 2014 ed il 2015 le entrate aumenteranno del 125%. Per poter onorare l'impegno assunto dal governo di riduzione della pressione fiscale, il Pil dovrebbe crescere ben oltre l'1% stimato dal governo (ma non confermato da alcun organismo internazionale). Alla voce «maggiori entrate» trovano spazio 572 milioni quest'anno alla voce «Imu comunale», che lievitano a 4,72 miliardi sia per il 2015 e 2016.
Tra le maggiori entrate, ma una tantum, c'è la svalutazione dei crediti delle banche ed assicurazioni. Garantirà, ma solo nel 2014, un gettito di 2,6 miliardi: un terzo delle maggiori entrate del prossimo anno. La legge di Stabilità confida nel triennio in performance di risparmi della spesa pubblica mai realizzate in Italia. Così, si passa da riduzione della spesa di 4 miliardi di quest'anno (inserita nella manovra) ad una di 12,3 miliardi nel 2015; ad un'altra di quasi 14 miliardi nel 2016. Tra un anno ed un altro, insomma, triplica le velocità di ridurre le spese. Molto correttamente il ministero dell'Economia precisa che questa propensione alla riduzione non deriva dalla spending review. Dall'operazione di revisione della spesa il governo si attende un risparmio pari a «0» il prossimo anno, che sale 256 milioni nel 2015 e 622 nel 2016. Per di più concentrati soprattutto sulle spese dell'Economia e della Difesa. Ministero quest'ultimo che ha già previsto una riforma delle proprie dinamiche di spesa.
Per restare in materia militare, la legge di Stabilità conferma una tendenza già seguita dal governo per la cessione di immobili: il ricavato serve per ridurre il deficit. Il finanziamento dei Canadair (gli aerei anti-incendio) arriverà dalla vendita degli aerei di Stato. Ed ancora una volta viene usato uno stock (la vendita di un asset) per finanziare un flusso, cioè costi ricorrenti. Discorso a parte per la stima di 2,6 miliardi di minori entrate, prevista sempre dalla legge di Stabilità. L'introduzione del cuneo fiscale - da un punto di vista contabile - viene finanziato «in deficit». Cioè, alzando dal 2,3 al 2,5% il deficit previsto per il 2014.
Ultima curiosità.
Le maggiori spese correnti, pur crescendo con velocità inferiore all'andamento delle entrate, salgono ugualmente. Sono previsti 7,4 miliardi nel 2014; che diventano 9,28 nel 2015, fino a sfiorare i 10 miliardi nel 2016.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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