Roma - Surplace. Il negoziato maggioranza-governo sulla cancellazione dell'Imu sulla prima casa è in surplace. Come quei ciclisti che, di colpo, si fermano in pista per poi scattare fino al traguardo.
Il governo non avanza proposte, in quanto ritiene che debba essere la maggioranza a discutere le nove ipotesi di riforma elaborate dal ministero dell'Economia. Insomma, il governo è convinto che la prossima mossa spetti alla maggioranza. Ed in modo particolare al Pdl.
Il Pdl precisa, però, che non ha senso rispondere ed elaborare «controproposte, in quanto - spiega Renato Brunetta, capogruppo Pdl alla Camera - non ci sono proposte da parte di Saccomanni. Appena le avremo, faremo le nostre considerazioni». E declassa il documento di Saccomanni a «testo di opzioni». Di quelle opzioni - aggiunge Brunetta - «non ha senso discutere, perché si tratta solo di ipotesi».
Ed all'Ansa spiega che «il nostro punto di partenza era ed è l'Imu federalista del governo Berlusconi, approvata a larga maggioranza dalla bicamerale per il federalismo, che escludeva la prima casa e includeva alcune tasse locali; e che, guarda caso, doveva entrare in vigore dal 2014».
Quell'Imu, però, è stata anticipata dal governo Monti. L'applicazione sulla prima casa è stata finora sospesa per il 2013, grazie al congelamento della prima rata di giugno. Ed ora il Pdl la vuole cancellare definitivamente per quest'anno; e rimodulare - con lo schema approvato nella passata legislatura - a partire dal prossimo. In qualunque caso, la prima casa verrebbe esclusa dal pagamento dell'imposta: così come previsto dalla commissione bicamerale per il federalismo.
Il Pd e il governo insistono sull'introduzione di una service tax, di una tassa - cioè - in grado di assimilare le imposte sulla casa e su altri servizi comunali. Ma, mentre, Francesco Boccia (presidente della commissione Bilancio della Camera, Pd) estende l'applicazione di questa service tax anche sulla prima casa, Pier Paolo Baretta (sottosegretario all'Economia) glissa sull'argomento.
«L'Imu sparirà, e secondo me dovrà essere sostituita da una service tax - sostiene Boccia - Se uno vive in un quartiere di pregio, in una casa di 200 metri, e ha altre case, anche se quella è la prima casa, è giusto che dia un contributo alla fiscalità locale». Poi - aggiunge - «discutiamo su chi deve dare un contributo maggiore. Ma continuare a dire che non paga nessuno mi sembra sterile, anche perché sembra voler avvantaggiare solo qualche milionario».
Baretta, invece, osserva: «Non vedo obiezioni all'idea di una tassa di servizio. Il resto è aperto alla discussione». Con un particolare. L'ipotesi di service tax elaborata dal ministero dell'Economia non escludeva la prima casa dal pagamento della nuova imposta. Mentre il Pdl vuole che sull'immobile in cui si abita non si devono pagare patrimoniali. Tant'è che l'Imu (che altro non era una tassa di servizio che raggruppava altre imposte a fini federalisti) non veniva applicata sulla prima casa.
Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera, ricorda che «abolire l'Imu su prima casa e agricoltura costa solo 4 miliardi, cioè appena la duecentesima parte della spesa pubblica nazionale annuale (800 miliardi circa)». Anche per queste ragioni, sottolinea che «sarebbe davvero paradossale se dovessero prevalere atteggiamenti di chiusura» nei confronti di «una questione che riguarda la quasi totalità dei cittadini».
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