Ingroia smaschera il Pd: proposti posti in cambio della desistenza

L'ex pm: "Il segretario del Pd guarda a destra, Vendola è in difficoltà. Grillo? Ministro dello spettacolo"

Ingroia smaschera il Pd: proposti posti in cambio della desistenza

Il leader di Rivoluzione civile, Antonio Ingroia, smaschera il Pd e il patto segreto: posti in parlamento in cambio della desistenza. Intervistato da Ilaria D'Amico nel programma Lo spoglio (SkyTg24), torna a parlare della trattativa, avviata e poi fallita, tra la sua lista e il Pd per una desistenza (da attuare evitando di candidare i propri uomini) in alcune regioni, per non "danneggiare" la sinistra. La trattativa è saltata, ma c'è stata eccome. Parola di Ingroia: "Per ragioni di bon ton non entro nel dettaglio della proposta, che c’era stata è vero, da una parte si promettevano posti, dall’altra si ponevano questioni politiche". Noi - ha spiegato ancora l'ex pm - aspettavamo parole chiare dal Pd, ritenendo che un accordo con Monti sarebbestato deleterio per il Pd e per le nostre proposte politiche".

Nonostante il fallimento dell'accordo a Bersani il candidato premier di Rivoluzione civile lancia un appello, quasi una preghiera: "Smettiamo di farci del male, riconosca che l’avversario politico principale dei progressisti è Monti, che rappresenta l’Europa dei poteri forti e non l’Europa dei popoli". Non è proprio una desistenza a tutti gli effetti ma qualcosa di strano c'è. Visto che, tutto sommato, Ingroia e Pd sono avversari e non alleati. Quindi se non si è alleati che senso ha parlare di avversario principale?

"Non credo - prosegue l'ex pm - che noi andiamo a togliere voti a qualcuno, andiamo a prendere voti, che sono i nostri voti, soprattutto tolti all’astensionismo". Secondo Ingroia la differenza tra le due formazioni è netta: "L’impostazione di Bersani e del Pd è subordinazione politica alla tecnocrazia di cui Monti". Quanto al presunto accordo fra Pd e Monti, "non ho fonti privilegiate, vedo quello che vedono tutti, si sono incontrati e non credo abbiano parlato di calcio".

"Da Vendola - prosegue Ingroia - c’è stata sicuramente una apertura verso di noi, e ho una riconoscenza politica nei suoi confronti per il suo tentativo inutile. Vendola è in difficoltà perché Bersani guarda a destra". E la destra a cui guarda Bersani è, giocoforza, rappresentata da Monti. Ma quanti voti prenderà il partito dell'ex pm? "Se Rivoluzione Civile raggiunge il 5% alle elezioni politiche "lo considero un grosso successo, se poi arriviamo al fatidico 8% allora vuol dire che la rivoluzione civile è entrata in Parlamento".

Con una frase secca Ingroia "demolisce" Grillo: "Potrebbe fare il ministro dello spettacolo": E il Movimento 5 Stelle è servito.

Ma cosa propone Ingroia sulle tasse: Se Rivoluzione civile andasse al Governo imporrebbe una imposta patrimoniale sui redditi "superiori al milione e mezzo di euro. Abbiamo un 10 per cento di italiani che hanno nelle mani il 45 per cento della ricchezza del Paese. Non dico - ha spiegato Ingroia - che bisogna accanirsi su quel 10 per cento, perché lì dentro c’è anche il cuore dell’industria ma la crisi è grave e serve un contributo". Secondo l’ex procuratore aggiunto di Palermo, tuttavia "la vera risorsa la dobbiamo trovare sui patrimoni illeciti. Sull’evasione fiscale, abbiamo un gettito in meno di 120 miliardi di euro, nella corruzione si parla di 60 miliardi di euro in meno, per la mafia si parla di più di cento miliardi di euro, quindi complessivamente parliamo di più di 200 mld di euro. Se riuscissimo a prenderne una quota significativa in dieci anni ripagheremmo il debito pubblico. So come si fa, sono convinto che è sufficiente, non occorrono neanche operazioni complicate".

Poi Ingroia prende di mira la Chiesa cattolica: "Perché on dovrebbe pagare l’Imu? Ritengo proprio di sì". E sull'argomento il candidato premier di Rivoluzione civile aggiunge: "Monti non ha fatto abbastanza".

Capitolo liste pulite. Sulle ultime decisioni dei partiti, dal Pd al Pdl, di escludere dalle proprie liste personaggi coinvolti in inchieste (il caso Crisafulli per il Pd o quello di Cosentino per il Pdl), Ingroia non ha dubbi che si tratti dell’apertura di una "fase completamente nuova della politica e nulla potrà essere come prima". Il fatto - prosegue Ingroia - che persino Berlusconi abbia dovuto considerare come non conveniente la candidatura di Cosentino ha un significato chiaro, che è finita un’epoca; è senz’altro una svolta epocale".

A una domanda sull’aumento delle catture di latitanti di mafia durante il Governo Berlusconi Ingroia risponde con tono sprezzante: "Diciamo per caso, mi consenta la battuta". E puntualizza: "Non è merito mai del Governo, la cattura dei criminali non è merito dei Governi che passano ma dei poliziotti e carabinieri che restano. Dovremmo dire - ha concluso - nel caso di Maroni merito di quei poliziotti e carabinieri che sono riusciti negli arresti nonostante i tagli alla sicurezza decisi dal Governo Berlusconi".

Poche ore prima dell'intervista su SkyTg24 con una durissima nota Ingroia aveva bacchettato il segretario dei democratici: "A Bersani rispondo: e tu? Qual è il rinnovamento che hai introdotto in politica? Io ho messo in prima fila donne e uomini della società civile che in Parlamento non hanno mai messo piede e neppure nei palazzi della politica. Tu? Dici di voler cambiare la legge sulla corruzione che il Pd ha approvato qualche settimana fa.

Sarebbe questo il rinnovamento? Predicare bene in campagna elettorale e razzolare male, come al solito, durante il mandato? Noi - prosegue - non ci stiamo. Noi siamo il vero rinnovamento e per questo siamo la Rivoluzione civile. I cittadini che, indignati, rivoluzionano la politica".

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