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"Intervenga su fine vita e coppie gay". Il monito della Corte Costituzionale al Parlamento

Il presidente della Corte Costituzionale, durante la relazione annuale, ha invitato il Parlamento a non rinunciare alla prerogativa che gli compete, agendo come legislatore

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Dal presidente della Corte Costituzionale è arrivato un richiamo al parlamento affinché intervenga in maniera urgente su due temi che diventano sempre più attuali e di interesse comune. Nel corso della sua relazione annuale, Augusto Antonio Barbera, presidente della Corte, alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha invitato il legislatore a esprimersi sui temi sui quali la Consulta ha già espresso il suo parere, in particolare sul fine vita, "cosiddetto caso Cappato", e sul caso dei figli delle coppie omogenitoriali.

Barbera ha spiegato di provare un certo "rammarico" per il fatto che non ci sia ancora stato un intervento del legislatore in materia davanti alle sollecitazioni dei giudici costituzionali, "rinunciando a una prerogativa che gli compete" e, per questo, obbligando la Corte "a procedere con una propria e autonoma soluzione, inevitabile in forza dell'imperativo di osservare la Costituzione". Nel caso specifico del fine vita, il presidente della Corte Costituzionale è apparso piuttosto fermo nel dichiarare che qualora "dovesse permanere l'inerzia del Parlamento", sul tema, l'organo che presiede "non potrà non intervenire". Questo perché la Corte Costituzionale rappresenta, nel suo ruolo, il "custode della Costituzione".

Ma tra i suoi doveri sussiste anche quello di "essere altrettanto attenta a non costruire, con i soli strumenti dell'interpretazione, una fragile 'Costituzione dei custodi'". E questo, ci ha tenuto a specificare Barbera, vale soprattutto in riferimento a materie in cui "le norme costituzionali sono oggetto di una evoluzione interpretativa; penso in primo luogo i diritti civili". Ovviamente, il presidente della Corta Costituzionale nella sua relazione annuale ha fatto un discorso di ampio respiro, che non ha tralasciato tutti gli altri temi di più stretta attualità, che riguardano i femminicidi e le morti sul lavoro. Il presidente li ha definiti "agghiaccianti" e su questi temi, qualora fosse interpellata, la Corte è pronta a esprimersi, partendo sempre dal presupposto che le previsioni costituzionali "assicurano efficacemente accanto al pluralismo, l'indipendenza della Corte".

Barbera ha voluto ribadire l'indipendenza dell'istituzione che presiede dai partiti politici e dai cambiamenti di governo, sia alla luce dell'ampia maggioranza richiesta per l'elezione dei giudici di estrazione parlamentare, sia per il divieto di rielezione.

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