"Italy is gay”. Il blitz Lgbt a Torino e scoppia la polemica

Manifesto di protesta contro il governo per rivendicare la lotta arcobaleno: "L'Italia diventi un'icona gay". La dura critica della Montaruli (FdI)

Post social Alessandro Villa
Post social Alessandro Villa

Un manifesto pro-movimenti omosessuali è comparso nella notte a Torino, in corso Dante e corso Regina Margherita, per mano dell'artista che viene considerato il Banksy italiano, Alessandro Villa. È stato lui stesso a rivendicare l'azione, pubblicando un post sul suo profilo social. L'installazione viene presentata come un'azione di protesta contro lo stop alla registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali, che sta animando gli ambienti di sinistra in mancanza di altri argomenti validi si attaccano alla solita battaglia ideologica.

Il Banksy italiano porta l'iconografia dei bronzi di Riace dalla parte della propaganda LGBTQ e utilizza l'immagine della parte posteriore di queste statue come simbolo della cultura omosessuale, tanto da far campeggiare la scritta "Italy is gay". Non è certo la prima volta che queste statue vengono strumentalmente utilizzate come manifesto per questo genere di manifestazioni, benché la loro storia non possa al momento in alcun modo essere connessa a quel tipo di cultura. Nel 2014, infatti, ci fu un blitz del fotografo Gerald Bruneau, che come raccontano le cronache si sarebbe “introdotto con l’inganno” nel museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria per scattare alcune foto alle due statue, per l'occasione "vestite" con boa di struzzo, velo da sposa e perizoma leopardato.

L'artista torinese non è arrivato a tanto ma si è limitato a realizzare dei manifesti utilizzando le terga nude delle statue: "L'Italia è un Paese che deve alla cultura omosessuale tantissimo: molti artisti e creativi italiani erano o sono gay. Inoltre, i bronzi di Riace rappresentano il simbolo dell'arte italiana, ma sono anche molto omoerotici, e rappresentano la dominante cultura omosessuale nel mondo classico". Una ricostruzione, se non fantasiosa, quanto meno pretestuosa da parte dell'artista, soprattutto se modellata sulle statue di Riace, che a parte rappresentare un nudo maschile non hanno alcun riferimento omoerotico, anche perché la loro datazione non è stata ancora definita con certezza dagli studiosi, che in merito hanno opinioni discordanti. È la composizione dello scatto che tende a sessualizzare i due bronzi, non gli stessi di per se stessi.

Quindi, l'artista conclude: "Spero che l'Italia diventi un'icona gay, al contrario di come la vogliono fare diventare con leggi conservatrici e retrograde". Non si capisce perché l'Italia debba diventare "un'icona gay", e non possa essere un Paese in cui coesistono, come già accade, posizioni tradizionaliste e non. Il tentativo di radicalizzare anche questo tema appare deleterio per lo stesso movimento LGBTQ, che pretende rispetto e tolleranza ma senza darlo in cambio.

"Usare i bronzi di Riace per fare polemica contro il centrodestra è l’ultima perla di chi non sa più a cosa aggrapparsi pur di polemizzare. L’unica cosa retrograda che si legge sono le parole dell’autore. La cultura e la bravura delle persone non sono una questione di orientamento sessuale e chi lo pensa rischia di legittimare le odiose discriminazioni che ci sono state e ci sono, non certo per la lotta all’utero in affitto", ha dichiarato Augusta Montaruli, deputato di Fratelli d'Italia.

"I bronzi di Riace sono un'opera d'arte, cosa c'entrano i gay? Siamo a una strumentalizzazione vergognosa di un'opera che rappresenta l'arte italiana nel mondo", dichiara l'onorevole Riccardo De Corato, che aggiunge: "È una vergognosa

strumentalizzazione che si sta facendo contro il governo e una maggioranza che in parlamento è nettamente contraria. Questa è l'ultima che stanno mettendo in campo per strumentalizzare questa vicenda ".

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