l’intervista

da Roma

Sottosegretario Mantovano, per il segretario del Pontificio consiglio per i migranti, monsignor Marchetto, il governo «gioca al ribasso» sui diritti umani degli immigrati: che cosa risponde?
«Che mi pare di leggere una sentenza senza motivazione. Qual è il gioco al ribasso nei provvedimenti del governo? Al di là di questa condanna così violenta che resta sul generico, vorrei capire se e dove abbiamo sbagliato».
La critica è ai decreti legislativi per il riconoscimento di rifugiato e per il ricongiungimento familiare.
«Quest’anno, se si mantiene il trend dei primi 8 mesi, arriveranno 21mila domande d’asilo, il 50 per cento in più rispetto al 2007. Già la Bossi-Fini ha imposto di istruire queste domande al massimo in 3 mesi, mentre prima passavano anni, e invece di una Commissione centrale come fino al 2002, ora ce ne sono tante territoriali che lavorano a tempo pieno là dove ci sono i centri per i richiedenti asilo. Che, finché la pratica non è conclusa, rimangono a carico delle istituzioni pubbliche. Le domande vengono accolte nel 9-10 per cento dei casi, ma almeno per un altro 30 per cento si ricorre alla “protezione umanitaria”: se, ad esempio, non si può essere definiti rifugiati perché non si sfugge ad una persecuzione ma si arriva da luoghi terremotati e quindi si è in stato di necessità. Le modifiche decise dal governo puntano solo ad abbattere ancor più i tempi per dare risposte adeguate».
Come?
«Si è introdotta la categoria di “manifesta infondatezza”, per eliminare domande chiaramente strumentali di chi non proviene né da un Paese dove subisce una persecuzione, né da luoghi dove si sono abbattute catastrofi naturali. Questo per permettere a chi ha davvero diritto allo status di rifugiato di ottenere risposta in tempi più brevi. E in questo senso vanno anche le altre disposizioni di carattere amministrativo».
E per i ricongiungimenti familiari?
«Dobbiamo evitare che si entri in Italia invocando un vincolo familiare che non esiste o non è documentato o sul quale ci sono dei dubbi (e in questo caso prevediamo l’esame del Dna). La richiesta di ricongiungimento è possibile per coniuge, figli anche maggiorenni e genitori, se sono a carico e non hanno altri figli che possono garantire la loro sussistenza. In Germania, ad esempio, è consentito il ricongiungimento solo per i figli sotto i 12 anni. Abbiamo stabilito anche il criterio del reddito, seguendo un orientamento europeo, ma tenendo conto del numero dei figli e quindi delle spese necessarie. Apriamo dunque le porte alla famiglia, così come è descritta dalla nostra Costituzione. Non certo alle famiglie allargate, che non credo che il Vaticano voglia riconoscere. Né vogliamo aprire a bigami o poligami».
Eppure dal Vaticano viene un attacco forte.
«I criteri per un richiamo autorevole sono due: la fonte e gli elementi di dettaglio. Qui mi sembra che manchi il secondo».
L’opposizione chiede di ascoltare il Vaticano.


«La sinistra guarda Oltretevere solo quando fa comodo. Quando si parla di Dico o aborto, no. Ripeto: mi si dica nel dettaglio quali sono gli aspetti che giustificano un giudizio di politica al ribasso, perché proprio non lo capisco».

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