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L'ultima boutade della sinistra: non vuole toccare il Pnrr, ma poi chiede di inserire nel Piano la ricostruzione post alluvione

Tutti sanno che i progetti del Pnrr devono essere collaudati entro il 2026, ma la ricostruzione ha bisogno di poteri speciali

L'ultima boutade della sinistra: non vuole toccare il Pnrr, ma poi chiede di inserire nel Piano la ricostruzione post alluvione

La prima a dire che bisognava usare i soldi del Pnrr per le alluvioni in Emilia Romagna è stata Elly Schelin. Smentendo ciò che aveva detto tutto il Pd fino a quel momento: che il sacro Graal del Pnrr era intoccabile.

Ma, ovviamente, ha detto una cosa che non sta in piedi. Tutti sanno che i progetti del Pnrr devono essere completati entro il 2026, e già alcuni di quelli candidati dai precedenti governi non riusciranno a vedere la luce perché gli enti locali non sono nella capacità di completarli entro quella data.

Figurarsi ora le opere di ricostruzione, che per rientrare in Pnrr prevedono ricognizione, progettazione, autorizzazioni, conferenze dei servizi, bando, gara, esecuzione, e magari Tar e chissà che altro.

È chiaro invece che la ricostruzione per essere immediata, rapida ed efficace deve far leva su fondi e poteri straordinari che sono quelli che sta prevedendo il governo. E infatti la prima a rispondere a Schelin è stata il presidente Meloni da Ravenna: “Sono contenta che si parli del Pnrr, ma credo in questa fase occorra lavorare più su altri fondi che riguardano l'Europa. Sul Pnrr - ha sottolineato Meloni - ma ho sentito dire cose inesatte, ho sentito parlare di 9 miliardi. Le risorse che il Pnrr destina a queste fattispecie ammontano a circa 2,5 miliardi, ma voi sapete che in alcuni casi sono già mobilitate su progetti esistenti e devono essere utilizzate entro il 2026". Ad ogni modo, ha puntualizzato Meloni, "andranno mobilitate molte risorse, e anche qui il governo è già al lavoro per capire quali possano essere le situazioni prioritarie". "Nelle prossime ore - ha continua la premier - stanzieremo delle risorse, che sono però per l'emergenza. I 10-20 milioni servono adesso a garantire i soccorsi. Il Fondo di Solidarietà Europeo è uno dei fondi che possono essere utilizzati”.

Purtroppo la cantilena aperta da Schelin è proseguita, e dopo Bonelli si è aggiunto pure Landini: “Non possiamo non spendere quelle risorse e c'è la necessità di farlo in modo utile anche dentro questa direzione”.

Oggi è intervenuto anche il vicepremier Tajani: “Stiamo facendo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per aiutare queste popolazioni, ivi compresa la richiesta di ottenere il Fondo di solidarietà da parte dell'Unione europea, cosa che è già accaduta in occasione del terremoto dell'Aquila o in eventi successivi", ha proseguito Tajani "Abbiamo ottenuto anche grande disponibilità da tanti Paesi dell'Unione europea, ma anche da Stati come la Svizzera, che sono fuori dal sistema europeo. Abbiamo notato una grande solidarietà da parte di Paesi amici, disponibili ad aiutare le popolazioni colpite da questa alluvione devastante. Noi faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità,ma è difficile usare i fondi del Pnrr per rispondere all'emergenza alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna" annunciando che domani sarà a Forlì per incontrare il presidente Bonaccini e le persone del luogo.

Rimarca la dose anche il ministro Pichetto Fratin: "La proposta di utilizzare i fondi del Pnrr per il dissesto idrogeologico, come proposto dal Partito democratico, tecnicamente non sta in piedi: già utilizziamo i fondi del Pnrr sui progetti in corso, perchè si deve chiudere entro il 2026, ed il pensare di progettare qualsiasi opera che abbia una consistenza, in qualsiasi parte di Italia, significa, solo con i tempi tecnici, non raggiungere l'obiettivo: vorrebbe dire oltre al danno la beffa”.

Dall’opposizione è della stessa linea anche Matteo Renzi, che conferma la linea del governo, smentendo Schlein e il Pd: "Non mi convince la proposta, mi sembra più buona a prendere tre like sui social. Il Pnrr lo puoi utilizzare, ma lo utilizzi se mancano i soldi. I soldi per il dissesto ci sono".

Del resto ieri lo aveva detto anche il ministro incaricato Raffaele Fitto: "Il Pnrr ha dei percorsi ben chiari e un termine di spesa, che è quello del giugno 2026, quindi è evidente che questo non consente di poter utilizzare il Pnrr per interventi di immediata urgenza. All'interno ci sono risorse per il dissesto, ma sono per progetti specifici".

Più nel dettaglio è sceso il ministro Nello Musumeci: "Fondi del Pnrr per l'emergenza alluvione in Emilia Romagna? No, la risposta è nella scadenza. Le opere realizzate e finanziate con il Pnrr devono essere collaudate e completate entro giugno 2026. Pensate che ci siano opere pubbliche articolate e complesse che possano essere progettate, appaltate e realizzate in tre anni? Credo di no. Esistono altre fonti di finanziamento come il fondo sviluppo e coesione. Cominciamo andando a vedere quanto del denaro messo negli anni a disposizione delle articolazioni pubbliche è stato finora utilizzato contro il dissesto idrogeologico". Il ministro è stato molto chiaro: "È inutile cercare altro denaro - ha aggiunto Musumeci - se ancora qualcuno ha delle risorse nel cassetto. Cominciamo a spendere quello che c'è, partiamo dalla base e andiamo verso l'alto, invece che partire da Roma e andare verso la base. Poi è chiaro che, laddove la base avrà dimostrato di aver speso e bene il denaro a disposizione, il Governo farà l'impossibile perché possa erogare ulteriori risorse e consentire di tornare alla normalità per chi ha subito il danno, e lavorare per la prevenzione strutturale dove ancora il danno non c'è stato ma potrebbe arrivare. Facciamo una ricognizione, perché tenere denaro chiuso ad ammuffire nei cassetti? Tiriamolo fuori, vediamo quanto abbiamo speso e poi tutto quello che serve per integrare sarà messo a disposizione.

Temo che ci sia tanto denaro in giro in Italia per la lotta al dissesto idrogeologico e però non ho serena certezza dei risultati".

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