Nel sistema Pd delle tangenti spuntano anche le coop rosse

Altro che partito estraneo alle mazzette, nei brogliacci emerge la guerra tra i consorzi veneti ed emiliani. Pressing sul consigliere democrat: "Trova contatti a livello nazionale"

Il Mose di Venezia
Il Mose di Venezia

«Abbiamo bisogno degli amici». Gli amici del Pd. Per inserirsi nel grande gioco del business servono le maniglie giuste. Maniglie Democratiche. Maniglie targate Pd. Non va per le lunghe Franco Morbiolo, presidente del Coveco, Consorzio veneto costruzioni, in una conversazione con il consigliere regionale del Pd Giampietro Marchese. È il 20 aprile 2012 e le cimici piazzate dagli investigatori veneziani captano il colloquio che si svolge negli uffici di Morbiolo. I due parlano e misurano le loro ambizioni, Morbiolo vorrebbe entrare dentro alcuni grandi appalti ma spiega all'amico, uno dei personaggi più influenti del Pd veneto, che la strada passa per Roma. Ora i due sono stati arrestati, per corruzione, e anzi Marchese è uno dei colonnelli del Pd contro cui punta il dito l'ormai ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. Secondo i magistrati, la copia Morbiolo-Marchese era inserita nel grande sistema del malaffare e questa conversazione, depositata al tribunale del riesame, ne sarebbe in qualche modo una controprova.
Certo, Morbiolo ha sogni di grandezza. Gli investigatori annotano che «Morbiolo si lamenta del CCC e del suo presidente Piero Collina indagato per la partita dell'Alta velocità e del fatto che il CCC ricatta le cooperative emiliane impedendo loro di lavorare con il Coveco». Dunque, all'interno del mondo cooperativo si combatte una guerra spietata. Il colosso emiliano CCC, Consorzio cooperative costruzioni, impedirebbe ai propri associati di fare affari con i veneti del Coveco. E Morbiolo cerca una strada per rompere questo embargo e per tentare il grande salto. «Qui da noi - afferma il presidente del Coveco - se il mercato in qualche maniera adesso, se c'è qualcosa che adesso riusciamo, abbiamo bisogno degli amici... Cosa è che ci manca?». La risposta il presidente se la dà da sola: «Ci manca... qua bisogna che decidiamo e abbiamo un rapporto con il Pd... al Pd ... a livello nazionale e veniamo considerati in qualche maniera rispetto a quello che sono le opportunità». Insomma, sarà pure cambiata la ragione sociale della «ditta» e il vecchio Pci si è trasformato nel nuovo Pd ma le coop hanno sempre bisogno della solida stampella della politica per guadagnare qualche robusto appalto. Gli emiliani, a sentire Morbiolo, spadroneggiano e invece ci sono tanti fronti aperti e promettenti: «Adesso noi altri. Metrotranvia a Milano. Centotrenta milioni... facciamo l'Ati con Condotte noi al 20 per cento» e via elencando progetti.
L'inarrestabile Morbiolo riprende e chiama in causa, nientemeno, Primo Greganti, il mitico compagno G, arrestato a sua volta per la Tangentopoli dell'Expo. «Abbiamo fatto un incontro con Primo Greganti». Greganti, all'epoca dell'intercettazione libero, si dà da fare per le coop amiche ed è un possibile alleato. Può dare una mano, certo la pressione del CCC è intollerabile per il presidente del Coveco: «Bisogna spiegargli a 'sto ca... di CCC che è l'ora di finirla... perché siamo arrivati a un punto tale che a livello nazionale qualcuno ci crede in noi...». Marchese è perplesso. Morbiolo è incontenibile e cerca una sponda romana: «Ma guarda che CCC è in difficoltà. Allora commercialmente parlando in Friuli non conta più un c... Chiama attraverso Roma, via Roma, hanno gli uomini, hanno gli uomini che fanno solo politica. Cioè per loro parlare di questo quaderno e parlare di un restauro... noi invece abbiamo la professionalità, tu la struttura se no non terremmo botta... Proprio sono in difficoltà. Fai un ragionamento: o il Pd crede, insomma a livelli, qualcosa anche a noi, no? Ma anche noi potremmo andare a lavorare anche a Roma. Anas potremmo avere rapporti. Rfi potremmo avere rapporti. Ma il solo ambiente che se si sente che c'è qualche altra campana... salterebbe dopo».
Insomma, il Coveco di Morbiolo vuole contare di più: «Qualcosa anche a noi». E il presidente insiste: «Bisogna vedere perché la fame è tanta in questo momento in giro. Se riesci a guardare questi discorsi qua».

Poi Morbiolo accenna, senza chiarire a qualcosa che «il nostro vecchio Mazzacurati ha fatto una roba da galera in questi giorni e io non sono stato al gioco ed è venuto fuori un pandemonio». Di che cosa parla Morbiolo? Mistero. Ieri sera il presidente del Coveco e Marchese hanno ottenuto gli arresti domiciliari.

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