Il battito delle ciglia si fa lento e concede poche pause allo sguardo, per permettergli di non perdere la mira. L'occhio s'allunga sornione, il collo si protende teso, la narice si allarga un po' in cerca dell'odore del sangue. E le labbra si increspano a sorriso. È un odio in rosa quello che comincia e monta e non tornerà più indietro. Perché l'ira femminile non si annacqua: perseguita, stana con il napalm, spolpa e cerca vendetta. Le femmine sono lottatrici vstite da Barbie. Guai a lasciare che si tolgano il tulle. Ségolène Royal e Valèrie Trierweiler (rispettivamente ex compagna e attuale compagna del presidente francese François Hollande) sono solo l'ultimo lucido, perfetto, estremo esempio di una storia che si ripete instancabilmente. Ci vogliono le donne per odiare fino in fondo, per usare tutti i mezzi convenzionali e non a disposizione di una guerra privata. Gli uomini abbandonano il campo prima, o, quando non sono pavidi, pensano all'onore di una mossa, all'avversario sul quale non infierire mentre è già a terra, ai codici. Per le donne vale tutto e non conta niente. Assolute, dominatrici, implacabili, perché se si gioca con le gambe molli ci si fa male. In Francia sta per uscire il libro di un giornalista del Nouvel Observateur dal titolo L'Ex. Sarà la bibbia dell'odio tra Ségolène e Valérie, iniziata per motivi di lenzuola, finita in politica, passata per le peggiori bassezze. Da parte di entrambe. Valérie ha iniziato a giocare sporco per prima. Quando lei era ancora una giornalista di Paris-Match, e Hollande un rampante dirigente socialista, e anche fresco padre del quarto figlio di Ségolène. Interviste, confidenze, rapporto privilegiato, trasferte assieme (il promettente e la cronista di fiducia), poi, inevitabilmente, l'accerchiamento, da parte dell'amante, della «legittima»: tanto per studiare l'avversario. È perfino finita a cena a casa Ségolène-François, la specchiata Valérie in buona fede. Come a dire: vedi, cara Ségolène, che non ho nulla da nascondere? Frequento tuo marito solo per lavoro e sono talmente in buona fede che vengo a sedermi alla tua tavola, mangio dai tuoi piatti il tuo pasticcio di melanzane, faccio i complimenti sulle tende, accarezzo i tuoi figli sulla testa e mi informo sui loro compiti in classe e intanto scruto, spio, peso, la tua inadeguatezza, povera scema. Lo vedi Ségolène, quant'è innocuo il mio rapporto con tuo «marito», sì, quello che ti vive accanto e ti ama tanto ma che intanto non ti ha nemmeno sposata? Ségolène ha risposto con l'atomica, con il tabù, con l'extrema ratio: ha chiamato il marito di lei. E poi addirittura l'editore di lei. E poi è passata perfino alla mozione degli affetti «François, abbiamo quattro figli insieme». Tutto inutile. François e Valérie sono diventati una coppia, Ségolène è stata fiaccata in politica e nella vita privata. Valérie ha continuato a cercare di rovinarle la festa. Con il famoso tweet in cui appoggiava il nemico politico della Royal, Olivier Falorni, con sguardi di sottecchi e ringhi malcelati ogni volta che Hollande e la sua ex si sono riavvicinati per qualche motivo: prole, politica, semplice civiltà. Si sono strette le mani in pubblico, e poi sono corse a lavarsele.
Nemiche da un giorno ma poi per sempre. Come Maria Callas e Jackie Kennedy. E dire che Maria evava perfino il mito di quell'esile spocchiosetta: aveva stile e soprattutto era magra. Poi un giorno le ha rubato la vita. Che aveva le ingombranti, volgari ma sanguigne e milionarie sembianze del già attempato Aristotele Onassis. Il giorno in cui si consumò quel gelido, paradossale matrimonio di duplice interesse, Maria, in realtà definitivamente prostrata, si limitò a commentare: «Sono contenta che Jackie Kennedy abbia potuto finalmente ridare un nonno ai suoi figli». Sembra che Marilyn Monroe (a proposito di Jackie Kennedy...), odiasse talmente Liz Taylor (che allora guadagnava un milione di dollari a film contro i 100mila dollari della bionda), da farsi convincere a posare nuda nelle immagini a bordo piscina, solo per sfida nei suoi confronti. Tanto che, al fotografo che la immortalò, chiese: «Voglio essere certa che Elizabeth Taylor non sia presente in nessuno dei giornali in cui appare la mia foto nuda in copertina».
Anche Jennifer Aniston (prima moglie di Brad Pitt) e Angelina Jolie (attuale moglie di Brad Pitt) continuano imperterrite una guerra a distanza. Da quando Angelina ha sfilato il marito a Jennifer (sul set di Mr e Mrs Smith) e si è premurata di raccontare i loro palpiti e le loro trepidazioni alla stampa, «Non vedevamo l'ora di stare assieme», tra le due è guerra tutt'altro che aperta. Sono mosse sotterranee, estenuanti, trasversali e subdole, per quanto chiarissime. Una sfida d'immagine e di nervi.
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