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Con parte del Mediterraneo «inagibile», le presenze di stranieri per la prima volta sono la maggioranza

Per fortuna agli occhi degli altri, crisi o non crisi, siamo sempre il Belpaese. La stagione più importante per il turismo italiano, quest'anno è stata salvata dagli stranieri. Con un risultato storico: per la prima volta le presenze alberghiere dall'estero hanno superato quelle degli italiani, sia pure di poco: 50,3% di turisti stranieri contro il 49,7% degli italiani.
A determinare il sorpasso non solo i nostri portafogli vuoti che hanno limitato le partenze ma, probabilmente, è stata anche la primavera araba ad aiutare l'estate italiana: con Egitto, Tunisia e Turchia sempre più instabili, le nostre spiagge offrono almeno la garanzia di non imbattersi in guerre e rivolte. Federalberghi, che ha diffuso ieri i dati del bilancio turistico estivo, sottolinea come il risultato di +0,8% di presenze nel periodo giugno/agosto possa essere considerato come il «punto di frenata della crisi», ma che ora serve un «piano strategico condiviso per la ripartenza».
Analizzando i dati relativi al monitoraggio mensile effettuato dal Centro Studi della Federazione, il Presidente di Federalberghi. Il mese migliore è stato agosto, che ha fatto registrare un +1,4% di presenze. I dati disaggregati confermano che il segno più parla straniero, derivando dalla media tra un -2,7% di turisti italiani e un +4,7% di stranieri.
A fronte del complessivo incremento di pernottamenti, sottolinea Federalberghi, il «giro d'affari anche nel 2013 subirà una flessione quantificabile al momento almeno in un -8%, in diretta conseguenza della flessione generalizzata dei prezzi, politica tariffaria obbligata dalla congiuntura mondiale. Altra nota dolente riguarda il calo di occupati che vede da gennaio ad agosto un -4,5% di lavoratori, di cui un -5,1% a tempo indeterminato ed un -4% a tempo determinato».
Come reagire di fronte a questo mix di segnali contrastanti registrati quest'estate? Federalberghi non ha dubbi: bisogna cogliere gli aspetti incoraggianti e fare in fretta, investendo su politiche di rilancio del settore, con un «piano strategico condiviso urgente ed improcrastinabile che contenga almeno tre punti: la deducibilità dell'Imu che grava sugli immobili alberghieri, il credito di imposta per gli imprenditori che investono nella riqualificazione delle strutture e l'assegnazione all'Enit di risorse adeguate per promuovere l'offerta turistica italiana».

Non bisogna dimenticare che il segnale positivo dell'estate fa seguito a una lunga flessione e che anche nei mesi precedenti, da gennaio ad agosto del 2013, turisticamente parlando, c'è stata una crescita lievissima nelle presenze alberghiere.

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