Sex toys, libri, siti Se l'eros al femminile c'è ma non si vede

Arriva un servizio che fornisce gadget sessuali a domicilio. Il mercato per lei è in crescita proprio grazie alla riservatezza

Sex toys, libri, siti Se l'eros al femminile c'è ma non si vede

L'importante è che non sia di dominio «pubico». Guai a far sapere che noi donne, su certe faccende e dopo una certa età in particolare, abbiamo più nodi in testa che nei capelli. Guai a far sapere come abbiamo voglia di chiuderle certe giornate severe, sfilandoci la gonna ma non i tacchi. La realtà è che, dai romanzi di Liala, da L'amante di Lady Chatterley, da Le relazioni pericolose passando per i primi, stropicciati, economici, popolarissimi Harmony , praticamente nulla è cambiato. Emancipate dove? Forse in camera da letto, ma non certo nei suoi dintorni. Evolute, aggressive, pitonesse ma fino a un certo punto. La verità? È che Cinquanta sfumature di grigio (per non parlare di Vita di una donna licenziosa, di Ihara Saikaku) lo leggiamo in treno solo foderando la copertina con la carta da pacco e inclinando il libro perché il vicino di posto non sbirci tra le pagine e tra le nostre pieghe. Temiamo ancora l'apprezzamento del pubblico. Abbiamo paura che non capisca, che giudichi dal titolo senza leggere. Temiamo l'impacco della vergogna. Lo sguardo della baby sitter che ci viaggia accanto, della pensionata sull'autobus, della nostra coetanea che non ha bisogno di inventarsi nulla perché il marito abbia voglia di suggerirle sfrenati amplessi dentro al frigorifero, sullo stendino, sul tappeto persiano che nessuno lava da tempo. A casa di certe donne il vibratore è libero di protestare nel cassetto senza che nessuno si indigni, (non come Miranda di Sex and the City che deve giustificarsi agli occhi della moralissima colf russa...). La maggior parte delle donne è costretta a vergognarsi per quei nodi d'emozione che ancora non riescono a sbrogliare o a interpretare con la mutanda giusta.

Diana Vreeland, storica direttrice di Vogue, visionaria, implacabile, eversiva, aristocratica ma non snob, folle e geniale (bacchettò Hitler per i suoi assurdi baffi e con candore spiegò che «se al mondo non ci fossero leopardi, chi vorrebbe viverci, nel mondo?») fu in grado di fare la Storia dalle pagine di un mensile di moda e di distruggere carriere col solo gesto di inarcare un sopracciglio, ma quando le chiedevano di suo marito tornava mansueta e confessava: «Io mi vergogno ancora davanti a mio marito, dopo quarant'anni di matrimonio». Ecco, Diana era nata a Parigi nel 1903 e la sua epoca l'0aveva spinta avanti assestandole calci di stile. Ma quando si trattava di essere donna… Allora tornava donna con tutto il pudore necessario ad esserlo. Oggi è lo stesso. Come dimostra un nuovo fenomeno appena sbarcato in Italia. Si chiama Soft Paris ed è un commercio di lingerie e sex toys a domicilio (ideato da un avvocato d'affari francese, Anne Charlotte Desruelle, che ha ben compreso l'esigenza della bollente trasgressione e che ha infatti già arruolato 2000 «ambasciatrici di felicità»). La pratica è la stessa degli anni Cinquanta: signore che invitano a casa le amiche per un tè e intanto accolgono la venditrice porta a porta.

Solo che al posto dei grembiuli, delle creme Avon, dei rossetti rosso ciliegia, delle pentole americane, dei vestitini per i bimbi importati dagli Usa, oggi la dimostrazione della bionda venditrice è sui vibratori, sulle creme lubrificanti, sulle palline stimolanti e sulla biancheria trasparente. Perché quando hai la lingerie giusta, non hai bisogno di una personalità e tanto meno di un'audace fantasia sessuale. Dal balconcino allo smalto sui piedi, a seconda dei gusti. La coulisse o la camicia da uomo. La parrucca cotonata o il trucco finto sbavato. Gli uomini? Li si molesta anche con gli occhi. Ma bisogna saperlo e poi, soprattutto, bisogna saperlo fare.

Come certe amiche del liceo che sceglievano chi portarsi a letto e sapevano anche da chi farsi sposare, alla fine dell'inconcludente estasi. Oggi, per riprendersi l'estasi, serve qualche stratagemma, ma nascosto. Ci si attrezza, ma non lo si dice. Più che la pace, tocca raggiungere i sensi.

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