Varenne torna in pista per salvare l'ippica

Ricordate Varenne, il più grande trottatore di tutti i tempi? Con ben 17 anni sul garrese, sette dei quali di intensa attività agonistica, e gli altri, pure intensi, dedicati alla riproduzione, torna in pista. Sissignori. Vi torna non per vincere contro i suoi simili (li ha già battuti tutti), ma contro gli uomini che stanno facendo il diavolo a quattro (...)

(...) per uccidere l'ippica, e sono sul punto di riuscirci. Se si mobilita il Capitano, significa che la situazione equina è davvero grave.
Domenica prossima - in notturna - il Principe dei cavalli sarà all'ippodromo di Montegiorgio (uno dei pochi che funziona, forse perché gestito da privati con criteri imprenditoriali) e mostrerà al pubblico il suo bel corpo, ancora aitante e fresco, pelo lucido e criniera foltissima, fornendo un'autorevole testimonianza dell'eccellenza espressa da uno sport sul quale ora si accanisce lo Stato, privandolo di ogni mezzo di sostentamento allo scopo di eliminarlo, dopo averlo sfruttato, dissanguato.
Cosa può fare Varenne per convincere i nemici dell'ippica a desistere dall'insano intento di seppellirla sotto uno strato di indifferenza? La speranza è che il Campionissimo, apparendo in uno dei luoghi in cui fu santificato, rammenti agli uomini di cattiva volontà che il trotto non merita il destino cui essi l'hanno condannato. Dove non sono arrivati i pochi esperti (perbene) del settore, si spera che arrivi il cavallo più illustre della nostra ingrata Patria.
Gli ippodromi di San Siro, considerati negli anni Trenta un capolavoro, sono appetiti dagli speculatori che mirano a trasformarne gli immensi terreni in una giungla di cemento, e che già gongolano all'idea di una chiusura definitiva degli impianti. Aspettano da lustri il momento di fare la festa ai cavalli e a questo scopo hanno brigato in ogni modo con la complicità involontaria di ippici stolti, incapaci di associarsi per difendere se stessi e illusi di poter ciascuno salvare la propria botteguccia a danno dell'intero comparto. Il funerale, se non interverranno nuovi e improbabili fatti, si svolgerà il 27 agosto, lunedì prossimo. Esequie di altri ippodromi seguiranno a breve distanza.
Risparmiamo al lettore la descrizione della lunga agonia ippica. Limitiamoci a registrare che nel 2006 la raccolta delle scommesse ammontò a 3 miliardi di euro; ora è precipitata a 120 milioni (non bastano neanche per cominciare le corse). Che fine ha fatto questa montagna di denaro? Se l'è pappata lo Stato legalizzando qualsiasi tipo di gioco sul quale lucra senza dover sborsare un centesimo, contrariamente a quanto avveniva con i cavalli, che per gareggiare avevano bisogno di un montepremi da detrarsi dall'incasso globale. Va da sé che gli allevatori, non avendo più alcuna fonte di finanziamento, non siano più in grado di tenere in piedi le scuderie.
Se a ciò aggiungiamo l'insipienza del ministero delle Politiche agricole, responsabile di disattenzione verso il settore (50mila addetti sono attesi dalla disoccupazione), addio sogni di rinascita. Siamo giusto appesi alla capezza di Varenne al quale, grazie alla presidenza della Repubblica, domenica sera, dopo il giro d'onore a Montegiorgio, sarà consegnato il diploma di ambasciatore. Un gesto simbolico: sempre meglio di niente. Quel niente che hanno fatto i governi (di destra e di sinistra) per tutelare non solo lo sport, ma anche il lavoro che ne consentiva la pratica.
Nonostante tutto congiuri contro la sopravvivenza dell'ippica (in altri Paesi assai attiva), confidiamo nel Capitano: chissà che non compia il miracolo di attirare almeno la curiosità di chi finora, davanti allo sfascio, ha voltato la testa dall'altra parte. Mario Monti, nato a Varese, città che dispone di un ottimo ippodromo, forse non ignora il disastro di cui abbiamo riferito. Si ponga una mano al cuore e, tra una salita e una discesa dello spread, si interessi anche dei cari cavallini nostri, evitando loro di arrivare al macello anziché al traguardo.
Intanto, diamo atto ad alcuni appassionati irriducibili di aver organizzato a Montegiorgio una manifestazione con i fiocchi. Terminata la passerella di Varenne, in pista scenderanno i finalisti del Campionato delle Stelle, cioè cantanti, attori e giornalisti (guidatori dilettanti senza frusta, Deo gratias) in sulky.

Un atto d'amore verso questi generosi animali che più di tutti gli altri hanno contribuito alla civiltà: senza di essi la storia del mondo sarebbe diversa, visto che per secoli l'uomo li ha usati quali esclusivi mezzi di trasporto terrestre.

di Vittorio Feltri

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