Inutile cercare notizie storiche Sono lasciate ai rivali sul web

S i raccontava ieri su queste pagine di come il nuovo portale della Treccani rimandi troppo spesso e inspiegabilmente a Wikipedia, nonostante un investimento iniziale di due milioni di euro per dare «a tutti gli italiani» una versione on line della leggendaria enciclopedia. In parte la cosa è comprensibile: le conoscenze galoppano a un ritmo vertiginoso, la Treccani ha affrontato la sfida di Internet in ritardo e per giunta senza l’aiuto gratuito della massiccia comunità di internauti che invece ha compilato diligentemente (e qualche volta, come abbiamo documentato, faziosamente) la concorrente Wikipedia. E poi, forse, c’era da uscire in tempo per i festeggiamenti del 150esimo dell’Unità. Ma appunto.
Se nessuno, tenendo conto di tutto ciò, chiedeva alla Treccani una voce su Philipp Mainländer (oscuro ed eccentrico seguace di Schopenhauer morto suicida nel 1876), era almeno auspicabile che le sezioni sulla nostra storia patria fossero almeno più che competitive rispetto a quelle della «globish» e talora superficiale, quando non sinistrorsa, Wikipedia. Non è accaduto nemmeno questo.
Su Treccani.it, infatti, i risultati della ricerca per «Foibe», «Porzûs», «via Rasella» e «Strage dell’ospedale psichiatrico di Vercelli» rimandano tutti a Wikipedia, come anche, fuor dall'Italia, «massacro di Katyn». Mentre la voce enciclopedica per «Fosse Ardeatine» non rimanda a nulla, perché proprio non c’è. L’espressione, però, appare nelle voci «Priebke» (e ci mancherebbe) e di altri coinvolti nel massacro e gli viene persino dedicata una riga quando, anziché sotto enciclopedia, la si cerca sotto vocabolario. Se si ha bisogno, poi, di sapere qualcosa sull’«Organizzazione Gladio», bisogna cercare altrove nel web, perché sul sito Treccani viene menzionata di sfuggita - mezza riga - solo nella biografia di Cossiga (nella quale però, e lui ne sarebbe contento, può apparire di tutto). Va peggio per «Strage di Piazza Fontana»: meno di mezza riga indiretta sotto «Servizi segreti», poi il vuoto. Se un liceale volesse farci una tesina di mezza pagina, non avrebbe materiale (però c’è il link a Wikipedia). «Strage di Ustica»: idem. Treccani menziona «Ustica» solo nella voce «Sicilia», come «isola minore circostante» insieme a Eolie, Egadi, Pelagie, Pantelleria. E sotto la voce «Marco Paolini». Se necessitate di ulteriori informazioni, «wikipediate» e sarete soddisfatti. Per la voce «Cesare Battisti» (il terrorista, non l’irredentista) e «Mani Pulite» siete pregati di fare lo stesso. Però c’è la voce «Roberto Saviano». Mah. Motivi di marketing?
E poi, inevitabile per i nostri tempi, c’è la tendenza alla politica surrettizia e virale. Possiamo chiamarla solo così. Non si capisce perché, altrimenti, tra i risultati per «Lega Nord» debba apparire in bella evidenza la citazione di Umberto Eco: «Cosa è il leghismo se non la storia di un movimento che non legge?». Anche Wikipedia ha il vezzo delle «wikiquote», ma almeno bipartisan (non sempre). A proposito, la definizione del vocabolario Treccani per «celodurismo» è «tendenza ad assumere, nelle decisioni della politica, atteggiamenti di brutale radicalità e intransigenza, anche a costo di essere sboccati e volgari». E da dove viene la citazione vicino alla voce «Antonio Di Pietro»: «La Forleo va difesa, non va resa indifendibile»? Perché questa dichiarazione per illustrare «chi è» Di Pietro e non un’altra? Misteri enciclopedici. Insomma, la Treccani on line necessita di un sostanzioso aggiornamento, se non proprio di una reingegnerizzazione dei contenuti.

Pensate che la citazione-risultato per «Gianfranco Fini» è ferma al 1990: «Nessuno può chiederci abiure della nostra matrice fascista». Eh sì. Anche Borges sarebbe d’accordo: l’enciclopedia del futuro sarà ironica. O non sarà.

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