Il marchio è statale, e la filosofia che l’ispira pure. L’auto per sole donne è l’ultima trovata del paese degli Ayatollah: una vettura concepita per la sola clientela femminile, più maneggevole e semplice da guidare, con colori e interni che rispecchiano il gusto delle signore e accessori speciali. Anche se l’idea di fondo non è tanto estetica quanto, piuttosto, la convinzione (diffusa non solo in Iran, in realtà) che al volante le donne siano meno brave dei loro compagni.
Marchio statale. La nuova auto al femminile sarà sul mercato il prossimo giugno, quando nel paese si celebra la giornata delle donne ed è progettata da Iran Khodro, l’azienda automobilistica statale. La vettura andrà a far parte della gamma “Samand”, che è già stata esportata in paesi amici come la Siria e il Venezuela. Ma, almeno all’inizio, la macchina in rosa sarà destinata soltanto al mercato interno.
Dettagli in rosa. Che cosa rende un’auto femminile? Dettagli che possono sembrare ormai acquisiti per gli standard di guida occidentali, come il cambio automatico e il navigatore ma, anche, un sistema elettronico per agevolare le manovre durante il parcheggio e un cric disegnato appositamente per rendere più facile il cambio di una gomma. Ma c’è anche un allarme speciale che avverte la guidatrice quando le gomme sono sgonfie e un sistema audiovisivo all’interno dell’abitacolo pensato per intrattenere i bambini.
La produzione. “Le esigenze delle donne sono diverse da quelle degli uomini” ha spiegato un dirigente di Iran Khodro al quotidiano britannico Guardian. Anzi, l’azienda avrebbe deciso di avviare la nuova produzione proprio a causa delle numerose richieste da parte della clientela. Fra le necessità tutte femminili – racconta il manager – lo shopping, i bambini da andare a prendere a scuola, una certa attenzione all’apparenza, che farà prediligere colori allegri o soft, dal rosa al rosso, e alcune decorazioni per gli interni.
Un’auto politica. La produzione dell’auto femminile, comunque, ha un suo valore politico e ideologico: si inserisce alla perfezione nella separazione dei sessi sostenuta dalle autorità islamiche iraniane. Tanto è vero che, già lo scorso anno, l’idea di una bicicletta per sole donne fu particolarmente apprezzata: il design al femminile avrebbe tenuto coperte le gambe e la parte superiore del corpo, permettendo così a ragazze signore di circolare, un’attività altrimenti sconsigliata perché poco pudica. D’altronde alle donne è vietato ancora guidare una moto (sono ammesse soltanto come passeggere). Uomini e donne sono separati sugli autobus e nella metropolitana di Teheran; nella capitale e in altre grandi città è stato lanciato anche un servizio di taxi riservato alle donne, con guidatrici dello stesso sesso.
L’auto in rosa funziona, non è estetica ma politica. È un briciolo di teocrazia. E non è un caso che la stessa azienda che l’ha progettata abbia in programma l’“auto islamica”, con un sistema di navigazione concepito per indicare sempre la Mecca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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