La schiacciante vittoria del «no» al referendum sulla legge Icesave, quella sui rimborsi ai risparmiatori britannici e olandesi travolti dal crac delle banche islandesi, non pregiudica il processo di adesione del Paese alla Ue. Lo assicura la Commissione europea, sottolineando come «la vicenda dei rimborsi e ladesione alla Ue sono due questioni separate». «La Commissione prende atto del risultato del referendum islandese», ha affermato un portavoce dellesecutivo Ue, spiegando come la questione Icesave sia di natura bilaterale e ricordando come Bruxelles, nei giorni scorsi, «abbia già dato lok allapertura dei negoziati per ladesione dellIslanda alla Ue», prevista nel 2012. Per il premier Johanna Sigurdartottir, intanto, «la vittoria schiacciante dei no costerà cara al Paese».
Reykjavik, a questo punto, spera nella ripresa dei negoziati con Londra e LAia, forse già nei prossimi giorni. Anche perché dalle due capitali, dopo le tensioni delle scorse settimane, arrivano segnali di apertura. Ma la situazione resta comunque molto incerta, con il governo della premier Sigurdartottir che, nellammettere la sconfitta, sottolinea come «sia un dovere ben preciso dellesecutivo trovare una nuova intesa presto», anche perché più ci si avvicina alle elezioni politiche in Gran Bretagna e in Olanda (rispettivamente il 6 maggio e il 9 giugno), più diventa difficile strappare unintesa soddisfacente. E anche il presidente, Olafur Ragnar Grimsson (che rifiutando di firmare la legge Icesave ha proclamato il referendum) lancia ora un appello al premier britannico, Gordon Brown: «Prenda subito uniniziativa» perché si arrivi a un accordo accettabile per il popolo islandese.
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