Gian Micalessin
I servizi segreti dellesercito israeliano ne sono certi, la tregua è finita, il Libano è nuovamente pronto a esplodere. A lanciare lallarme davanti al Consiglio dei ministri israeliano è il generale Yossi Baidatz. Secondo il responsabile dellintelligence militare, il grande riarmo di Hezbollah è già iniziato e continua quotidianamente sotto gli occhi della missione dellUnifil a cui partecipano i soldati italiani. Il rapporto è inquietante ed allarmante. Se Israele decidesse di passare allazione i nostri soldati si ritroverebbero tra lincudine del Partito di Dio e il martello di Tsahal.
Stando al resoconto presentato ieri, la Siria ha ripreso a coordinare il trasferimento dei convogli darmi iraniane destinati agli arsenali segreti di Hezbollah. Dal confine di Damasco e soprattutto dalla valle della Bekaa stanno scendendo colonne di camion pieni di razzi anticarro, missili ed esplosivi. Grazie a quei rifornimenti, Hezbollah sta rapidamente rimpiazzando le perdite subite durante i 34 giorni di guerra dello scorso luglio ed agosto.
Il premier Ehud Olmert, durante la stessa riunione del Consiglio dei ministri, lancia avvertimenti ancor più inquietanti. Dice che la corsa al nucleare di Teheran rischia di permettere il trasferimento dordigni nucleari dalla Repubblica Islamica al Partito di Dio. «Se la bomba atomica arriva nelle mani degli iraniani - avverte Olmert - vi sono consistenti timori a livello internazionale, e non solo israeliano, che possa venir messa a disposizione di attori come Hezbollah». Le paure di Olmert restano tutte da verificare, legate come sono alleffettivo sviluppo di una tecnologia nucleare per scopi militari da parte dellIran.
Le indicazioni del responsabile dellintelligence militare appaiono preoccupanti già nellimmediato. «Il contrabbando di armi dalla Siria in Libano continua grazie al coinvolgimento ufficiale del regime siriano», spiega senza mezzi termini Baidatz. Secondo il generale, lintelligence dellesercito è già in possesso di prove «conclusive e decisive». I carichi darmi sarebbero insomma stati individuati e segnalati. Ora bisogna capire cosa voglia fare Israele. La decisione, di non poco conto, coinvolge lintera missione internazionale.
La prima mossa consisterà, probabilmente, nel fornire le cosiddette «prove evidenti» al comando dellUnifil affinché «stimoli» ad agire i militari libanesi preposti, come prevede la risoluzione 1701, al blocco e al sequestro dei carichi sospetti. Nel caso non succeda nulla Israele potrebbe agire direttamente. Lintervento metterebbe a serio rischio anche i nostri militari, come hanno dimostrato le drammatiche vicende della scorsa estate quando un ufficiale italiano venne gravemente ferito da una granata di Hezbollah e quattro caschi blu furono dilaniati da un colpo dartiglieria israeliano.
Il generale Baidatz ritiene che i preparativi alla guerra del regime di Damasco siano confermati dalla permanenza in assetto difensivo di tutte le forze armate siriane. Lintelligence militare punta il dito anche sulle mosse avviate da Hezbollah per destabilizzare il governo di Fouad Sinora. Secondo gli israeliani, il segretario generale del Partito di Dio, Hasan Nasrallah, è al lavoro per coagulare un fronte filo-siriano in grado di far cadere il primo ministro.
Lalleato chiave per questo ribaltone potrebbe essere Michel Aoun. Il generale cristiano, alla testa di un consistente blocco di deputati, ha già firmato, lo scorso 6 febbraio, un patto politico con Nasrallah.
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