L'Aja - "Ho un consigliere invisibile, ma ho deciso di rappresentarmi da solo". L’ex leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic è apparso oggi per la prima volta davanti al ribunale dell’Onu nel processo in cui si dovrà difendere dalle accuse di genocidio. L’udienza è stata presieduta dal giudice olandese Alphons Orie. Seduto alla destra rispetto ai giudici, nell’ultima fila di sedie dell’aula, Karadzic ha detto: "Non sono interessato ad avere qualcun altro che legge per me i capi di imputazione, desidero leggerli per mio conto ed avere il tempo necessario per farlo". Karadzic, come detto da giudice Orie, ricomparirà di nuovo davanti al Tribunale de L’Aja il 29 agosto alle 14.15.
L'udienza preliminare L'ex leader serbo bosniaco ha deciso di avvalersi della possibilità di rinviare la sua difesa di 30 giorni. In quel lasso di tempo, che vedrà probabilmente una seconda udienza fissata per il 29 agosto, l’ex leader serbo dovrà dichiararsi colpevole o non colpevole su 11 crimini di guerra. L’uomo, che contribuì alla creazione della repubblica serba durante la guerra di Bosnia, deve affrontare due accuse di genocidio: una per l’assedio durato 43 mesi della città di Sarajevo, l’altra per il massacro di 8mila musulmani avvenuto a Srebrenica nel 1995, considerata la peggiore atrocità avvenuta in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale. Karadizc ha detto di voler esaminare le accuse prima di dichiararsi colpevole o innocente, come concede lo statuto della Corte Onu. Impassibile, con il volto rasato, giacca e cravatta, Karadzic ha aascoltato tutta la lettura, da parte del giudice Alphons Orie, dei capi di accusa. Nessuna obiezione solo l’annuncio della sua intenzione di segnalare "numerose irregolarità" riguardo alla sua presenza all’udienza. L'ex leader serbo ha, infatti, contestato la versione ufficiale del suo arresto sostenendo di essere stato catturato venerdì 18 luglio e il lunedì successivo e di essere stato "rapito da civili non identificati" per tre giorni. La tempistica dell’arresto era già stata contestata, nei giorni scorsi, dall’avvocato di Karadzic, Svetozar Vujacic.
Impunità e accordo con gli Usa ""È una questione di vita o di morte. Temo per la mia vita". Karadzic ha contestato la legalità della sua consegna all’Aja per i crimini di guerra nell’ex Jugoslavia, puntando il dito contro gli Stati Uniti. "La mia estradizione è illegale perché avevo un accordo con il diplomatico americano Richard Holbrooke che, in nome degli Usa, mi garantiva la libertà in cambio della mia uscita di scena dalla politica", ha dichiarato l’ex leader serbo-bosniaco nella sua prima comparsa davanti al giudice del Tribunale penale internazionale dell’Aia, Alphons Orie, ribadendo l’esistenza di un accordo raggiunto con Holbrooke che gli garantiva l’impunità.
"Lei avrà in futuro tutte le opportunità di spiegare le sue motivazioni, ha chiuso il giudice Orie, precisando di non potere mettere agli atti la questione, definita da Karadzic "di vita o di morte". Karadzic ha però insistito affinchè le sue accuse fossero registrate: "Da questo dipende il mio futuro", ha detto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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