L’altare augusteo finito in una teca

È il museo della discordia. Fin da prima di essere inaugurato, il 21 aprile 2006, il museo dell’Ara Pacis di Roma è stato al centro di polemiche. Nato per proteggere l’altare costruito dall’imperatore Augusto nel 13 a.C. per celebrare le vittorie in Spagna e Gallia e la pace, la realizzazione della struttura in acciaio, vetro e travertino, ha richiesto sette anni di lavori e 13 milioni di euro. Il museo è stato voluto dall’allora sindaco di Roma Rutelli e inaugurato da Veltroni; fin dall’inizio l’attuale sindaco Alemanno è stato contrario: «Un vero sfregio», lo definì il giorno dell’inaugurazione, annunciando l’intenzione di smontarla e trasferirla in periferia. Accantonato il progetto di rimuovere l’intero museo, il sindaco vuole abbatterne almeno il muro che considera maggiormente antiestetico. Ieri è stata annunciata la pedonalizzazione dell’area adiacente al museo attraverso la realizzazione di un sottopasso.

Già al progetto dell’architetto americano Richard Meier doveva fare seguito l’interramento di una parte del Lungotevere, un piano per il quale erano stati previsti 25 milioni di euro. Finora però sono stati avviati solo i lavori per il restauro del mausoleo di Augusto, in piazza Augusto Imperatore, a cento metri dal museo.

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