L’odore dei fumetti che ci riporta bambini

L a bicicletta appoggiata a un albero. Tutt’attorno i legni antichi della recinzione del vecchio maneggio. A pochi metri i bambini che giocano. Penso: che meraviglia l’odore di bosco poche ore dopo le carezze della pioggia. Ricordo: la prima volta che l’ho sentito e memorizzato mi trovavo in montagna, avevo le ginocchia scoperte e un gibollo grande così sotto la rotula. Dico: «Bimbi, lo sentite che odore, che profumo meraviglioso?». Rispondono: «Quale odore, quale profumo, papà?». Penso: non se ne sono neppure accorti, che tristezza. Pensano: chissenefrega, papà.
Bisogna correre ai ripari, bisogna fare in modo che a furia di touchscreenare display di videogiochi, palmari e computer, ai nostri ragazzi non vengano polpastrelli gorilleschi e nasini atrofizzati da bambola. Noi grandicelli, più o meno i nostri bravi odori, prima della full immersion digitale, li abbiamo mandati a mente. Bisogna pensare agli eredi, bisogna aiutarli a fare attenzione alla bellezza unica del profumo del bosco e anche della colla coccoina che, lo ammetto e ammettetelo, ho provato e avete provato ad assaggiarla tanto il suo odore, era ed è, buono e intrigante. È necessario che i nostri ragazzi imparino a dare valore al profumo di mamma perché sarà l’unico modo per pensarla giovane ed eterna quando un giorno sarà nonna dei loro figli o non ci sarà più. Ha magnificamente ragione Rosalia Cavalieri, autrice de “Il naso intelligente” (ed. Laterza), quando spiega che l’odore è il più grande alleato dei ricordi e l’olfatto il senso privilegiato della memoria.
Se vivere vintage è un modo per addomesticare il progresso, la memoria olfattiva è l’unico modo per portarci appresso, intatto, il passato che merita di non passare. Personalmente mi rilassa l’odore della plastica con cui erano fatti i bambolotti Big Jim, e così i fumetti a colori dell’editoriale Corno, anni ’70, tipo l’Uomo Ragno, I fantastici Quattro, Thor, con i loro colori forti e profumati d’America. La Cavalieri ha ragione: il ricordo olfattivo è associato a situazioni belle anche quando gli odori sono sgradevoli. Se dovessi incrociare quello fastidioso di un detersivo che so io, non potrei che sorridere pensando che è indelebilmente legato allo splendido ricordo di un compito faticosamente terminato quando avevo otto anni.


Difficilmente, la memoria olfattiva si manifesta appannata, al contrario l’odore riporta a galla situazioni e sensazioni in modo nitido e distinto come nessuna immagine dentro di noi potrebbe mai fare. Perché l’immagine e i suoni sbiadiscono anche dentro di noi, l’odore non muta mai.

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