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Si sente spesso parlare di Psa (antigene prostatico specifico) ma non tutti sono a conoscenza di che cosa si tratta e a cosa serve. È un enzima che viene prodotto dalla prostata e fisiologicamente ha la funzione di mantenere fluido l’eiaculato. Nella pratica clinica ha il ruolo di marcatore tumorale utile per la diagnosi precoce del tumore alla prostata. Voglio subito chiarire che avere un Psa elevato non vuole dire avere un tumore, ma è un campanello d'allarme che deve portare l’attenzione del medico su questo organo. Al contrario, averlo basso garantisce un buon margine di tranquillità.
Questo marcatore subisce variazioni non solo a causa del tumore, ma anche e soprattutto in seguito a situazioni patologiche o parafisiologiche (prostatiti, ipertrofia prostatica, spremitura prostatica, cateterismi vescicali, infezioni alle vie urinarie, calcolosi vescicale, ecc.). Come si intuisce è quindi importante monitorarlo, ma non bisogna preoccuparsi esageratamente in caso di suo innalzamento. Normalmente il valore soglia oltre il quale è utile fare una visita urologica è di 4 ng/ml.
Questo valore non viene più in modo statico, è dunque necessario confrontarlo con i precedenti. Questo confronto (Psa velocity) permette di valutarne la dinamicità. Un altro parametro da considerare è il rapporto tra Psa e dimensioni della prostata (Psa density).
Infine, ma non meno importante, è la valutazione del rapporto tra Psa libero e totale. Normalmente iniziamo a controllare questo marcatore a partire dai 50 anni. Il motivo è che questa tumore solo raramente colpisce uomini di eta inferiore, e la suo incidenza cresce con l’aumentare degli anni. Il dosaggio del Psa, da questa età, deve essere eseguito una volta all’anno. In caso di sospetto tumore il passo successivo consiste nell’esplorazione rettale, attraverso la quale si valuta la consistenza, le dimensioni, i margini e la dolorabilità di questa ghiandola. Per integrare questa visita spesso è utile l’ecografia transrettale. In ogni caso la diagnosi definitiva è data dalla biopsia prostatica.

Grazie a questo marcatore, al giorno d’oggi, il tumore alla prostata viene diagnosticato in stadi precoci, quando risulta ancora asintomatico e spesso e volentieri il paziente non viene solo curato ma anche guarito.
*Medico chirurgo, Istituto clinico «Beato Matteo» di Vigevano

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