L’Udc fa scappare tutti gli altri. I socialisti: «Non stiamo coi clericali del doppio forno»

Claudio Burlando e Rosario Monteleone sono decisi ad andare contro tutto e tutti. L’accorso tra Pd e Udc non piace a nessuno ma loro insistono. La base dei centristi è in rivolta, ma anche da sinistra sono schifati e mollano i grandi tessitori. L’Italia dei Valori non ci sta a sentirsi considerare come la peste da Pierferdinando Casini, che però è pronto a turarsi il naso pur di stare sul carro dei vincitori anche in Liguria. Ieri sono poi arrivate le bordate degli altri alleati. Marco Nesci di Rifondazione Comunista spiega che «Burlando si prenderà le sue responsabilità. Il concetto di laboratorio politico porta sfiga e non credo corrisponda alla realtà delle cose. L’eventuale presenza dell’Udc nell’alleanza per noi è un problema». Nel pomeriggio arriva anche la rottura con il Partito socialista di Mauro Gradi. «Abbiamo abbandonato il tavolo dell’alleanza con Burlando su questioni dirimenti e pregiudiziali - tuona il segretario regionale della Rosa - Se la linea di coalizione è dettata dai clericali del doppio forno e dai giustizialisti di Di Pietro, quella non è la nostra linea. Poi c’è un problema democratico e rappresentativo: i partiti vengono prima delle liste civiche, perché le liste civiche poi spariscono alle varie elezioni e vengono create di volta in volta alla bisogna, i partiti restano. I compagni di Sinistra ecologia e libertà di Vendola la pensano come noi». Ipotesi di ripensamento? I socialisti di sinistra sembrano scettici di fronte a queste basi.

«Pretendiamo che venga affermata la laicità e la modernità contro il conservatorismo - è il diktat di Gradi - La scuola pubblica viene prima della privata, la sanità pubblica prima della privata». Ora gli elettori dell’Udc saranno ancora più sicuri che l’accordo di Monteleone con Burlando è fatto sulla base dei programmi e dei valori.

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