La lady di ferro in lacrime sacrifica mezzo stipendio

Non può certo vantare i redditi stellari di Paola Severino, ma anche per Elsa Fornero (nella foto) l’ingresso nel governo non è stato un affare. Anzi, i suoi guadagni si sono dimezzati. Basta controllare le tabelle del 2010 e confrontarle con lo stipendio da ministro del lavoro: 402.138 euro contro i 199.778,13 di oggi. Non saranno lacrime e sangue, ma nel suo piccolo Elsa Fornero ha varato la sua austerity e dà il buon esempio. Anche se puntigliosamente il ministro aggiunge che «alla retribuzione mensile va aggiunta una diaria mensile di 129,68 euro e una diaria giornaliera di 224,895 euro pagabile fino a un massimo di 15 giorni di permanenza a Roma». Un dettaglio che aggiunge qualcosa ma certo non le permette nemmeno lontanamente di tornare ai precedenti fasti.
Il ministro era professore universitario e soprattutto sedeva sue poltrone ben remunerate: quella di vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo e di consigliere di Buzzi Unicem, azienda specializzata nella produzione di cemento e quotata alla Borsa di Milano. Incarichi lasciati al momento di accettare la poltrona di titolare del welfare. Insomma, prima di andare a riscrivere il sistema pensionistico italiano e non solo quello, la Fornero si divideva in tre. Ora le sue precedenti vite sono scomparse o in naftalina: la professoressa, con l’ingresso nell’esecutivo dei professori, ha congelato la sua docenza e la cattedra di ordinario di economia politica all’università di Torino. Ora è in aspettativa, senza assegni. E il suo bilancio si è fatto più magro.
Certo, Elsa Fornero, torinese di San Carlo Canavese, classe 1948 come la collega Severino, ha lucidato il proprio curriculum con premi, riconoscimenti e pubblicazioni. È membro del comitato editoriale della Rivista italiana degli economisti, Hononary fellow del Collegio Carlo Alberto e coordinatore scientifico del Center for Research on pensions and welfare policies. Ma questa pioggia di titoli andava bene per la gloria, non certo per far impennare i redditi.
Elsa Fornero ha conquistato l’anno scorso il Saint Vincent per l’economia e prima ancora, nel 2003, insieme a Olivia Mitchell, il premio Ina-Accademia nazionale dei Lincei per gli studi in materia assicurativa. Si potrebbe proseguire ancora, con una parata di medaglie e sfoggio di terminologia anglosassone. Ma ora gioca un’altra partita, decisiva per il Paese.

Deve ridisegnare, utilizzando le forbici, il welfare e far accettare agli italiani un programmi di sacrifici e rinunce. Lei la sua parte l’ha fatta. E le lacrime immortalate dalle telecamere le hanno regalato di botto quel che non aveva mai avuto nella sua carriera, fra una lezione e un convegno: la popolarità.

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