Il lampadario classico è tornato a illuminare

Un elemento è certamente ritornato alla ribalta nel nostro arredamento contemporaneo, indipendentemente, e qui forse sta lo straordinario, dallo stile con il quale abbiamo scelto di arredare i nostri spazi. Si tratta del lampadario che possiamo definire «classico». Prodotto nelle versioni più diverse ha in ogni modo in comune l'impiego del vetro di Murano. Fino a poco tempo fa si guardava con curiosità a questi pezzi, per lo più visibili in negozi d'antiquariato o in punti di vendita dove tutto l'arredo si rifaceva al passato. Personalmente credo che un ritorno del genere sia dovuto alla presenza di elementi moderni, o di design, dalla qualità certamente dubbia.
Se per gli spazi pubblici esistono produzioni perfette, funzionali ed anche molto gradevoli, per quelli che possiamo definire privati l'attualità è abbastanza deprimente. Si è tornati al minimalismo o alle espressioni più avanzate che sono del tutto prive di significato, come alle copie e alle rimasticature di quanto i veri maestri del design italiano avevano già concepito anni e anni fa. Se il mobile necessita di una costruzione seria, di un certo peso, di una certa presenza, la lampada, come viene trattata oggi da creativi e non creativi, mostra grande debolezza di immagine, non si riesce ad immaginare quale sia la sua esatta collocazione e si nota, ad un semplice sguardo, che non comunica alcuna suggestione o qualcosa di glamour.
Forse se ne producono troppe e così di pezzi come l'Arco di Castiglioni piuttosto che la Tizio di Sapper il consumatore ne sente davvero la mancanza.

L'apertura poi verso l'estero, gli acquisti che vengono fatti oggi in ogni parte del mondo, l'espansione dei mercati, non fa che spingere le aziende a creare nuovi modelli, che possano sostituire quelli dei concorrenti e così via. E allora ben venga il lampadario «classico» che se fatto bene e con gusto estetico vivrà a lungo in casa nostra.

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