Cronache

L'autodromo non c'è ma lo paghiamo da 23 anni

La struttura è ad Arborea, in provincia di Oristano A pochi chilometri un maneggio in costruzione dal 2001

L'autodromo non c'è ma lo paghiamo da 23 anni

Monza e il suo Gran Premio hanno di che preoccuparsi. La minaccia (sportiva) arriva dalla Sardegna: in provincia di Oristano, e precisamente ad Arborea, località Tumboi, sta per nascere un autodromo comunale con grandi ambizioni. Il parto, a dire la verità, è di quelli laboriosi. Il primo ok ai lavori, con il via libera del Comitato tecnico regionale, risale al 1992 (esattamente 23 anni fa) e quanto alle caratteristiche della nuova pista ancora non si riesce a capire molto: nella zona indicata dai progetti per il momento ci sono solo una discarica a cielo aperto e uno smilzo nastro d'asfalto che ospita gare di kart.

Ma se il punto d'arrivo è ancora incerto, sicuro è il punto di partenza: il finanziamento pubblico. Perché da anni è il contribuente a finanziare la costruzione dell'autodromo di Arborea e l'opera figura tra le incompiute segnalate dalla Regione Sardegna all'Anagrafe del ministero delle Infrastrutture. La somma impegnata non è di quelle particolarmente rilevanti (16 milioni di euro) e ancora più ridotta è quella effettivamente uscita dalle casse regionali. Ma proprio per la sua, relativa, esiguità rende bene l'idea di una spesa pubblica che in Italia si disperde in mille rivoli e che si traduce in opere che spesso non vengono completate e di cui comunque appare assai dubbia l'utilità.

Da questo punto di vista la Regione Sardegna è un caso di scuola: al ministero delle Infrastrutture ha denunciato una sessantina di opere incompiute per un valore inferiore ai 200 milioni di euro. Nulla di cui vantarsi, ma neppure nulla di drammatico. Specie se lo si mette a confronto con i cantieri aperti di altre aree. È nel dettaglio, però, che l'osservazione si fa interessante.

Basta prendere l'esempio del Parco Regionale di Monte Arci, splendida riserva naturale nella zona di Oristano. A gestirlo è un consorzio di una decina di comuni dell'area, tra cui Morgongiori, dove il parco ha sede. Nel 2001 comune e consorzio decisero di dare vita a un «Centro ippoclimatico attrezzato», in pratica un maneggio adatto ai portatori di handicap, avviando l'iter per l'appalto dei lavori del primo lotto (1,5 miliardi di lire di allora). Dopo 14 anni il centro è ancora in costruzione, e nessun cavallo ci ha mai messo uno zoccolo. Nel frattempo le somme impegnate sono salite a 6 milioni e secondo i calcoli della Regione per completare il complesso ce ne vorranno ancora 2,6. Come è stato possibile? E soprattutto: è economicamente sostenibile per un Paese trascinare per tre lustri la costruzione di simili opere pubbliche?

Renzo Ibba, sindaco di Morgongiori e presidente del Consorzio del Parco di Monte Arci non ci sta a prendersi le colpe e racconta una storia simile a tante altre: «Il primo lotto è stato completato regolarmente, poi dopo il bando per il secondo l'impresa incaricata dei lavori è fallita bloccando tutto. Nel frattempo i costi sono lievitati e adesso non ci sono più i soldi». Completa il quadro del Parco una seconda opera incompiuta: mancano 700mila euro per finire la sede. «Siamo anche andati di fronte al Tar per far valere le nostre ragioni. Un paio d'anni fa la Regione ci aveva messo nella lista delle opere subito cantierabili. Poi è cambiata la giunta e quella nuova ha cambiato idea negandoci i finanziamenti». Resta il problema dell'utilità della spesa: una sala convegni (è uno dei locali da ultimare) serve davvero al Consorzio del Parco? Lo stesso dubbio viene scorrendo in dettaglio altri cantieri dei paraggi, aperti negli anni e mai chiusi. Nel comune di Baressa, sempre in provincia di Oristano, è ancora incompiuto il punto di ristoro per il «Centro visite alati e ungulati» (nell'area ci sono specie pregiate come il Muflone o il cervo sardo). Il primo bando risale al 2008. Per completare i lavori servono 200mila euro (sui 300mila impegnati). Riusciremo mai a vedere finita quest'opera, che, pure, non assomiglia alla Piramide di Cheope? E che dire di altre incompiute? C'è l'ex Teatro San Martino di Oristano (i lavori sono all'86%, basta un ultimo sforzo), l'anfiteatro nell'ex cava di San Gavino a Ozieri (siamo a metà strada, a un costo di 1,2 milioni) l'Auditorium polifunzionale del comune di Villasor (se tutto va bene costerà più di un milione). Infine c'è un altro teatro, quello di Suelli: gli abitanti sono mille, incrociando le dita l'opera costerà poco più di 1,3 milioni.

Quando, un giorno, sarà finita.

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