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L'Eliseo avvisa Monti: "Faccia quel che deve" E spunta il piano Fmi: 600 miliardi all'Italia

Trattativa segreta tra Berlino e Parigi per formare la "nuova" Europa. L'obiettivo è disegnare il nuovo patto di stabilità come un trattato fra stati nazionali. Ma c'è il rischio che l'Eurogruppo si frantumi. L'Eliseo preme su Palazzo Chigi: "Se esiste un problema italiano, è il cuore dell’Eurozona a essere colpito". L'Fmi studia un piano di salvataggio da 600 miliardi di euro per dare a Monti 18 mesi per fare le riforme: un prestito con tassi tra il 4 e il 5%

L'Eliseo avvisa Monti: "Faccia quel che deve" E spunta il piano Fmi: 600 miliardi all'Italia

C'è chi ironizza e parla di asse Merkozy. Con l'accento alla francese, ovviamente. C'è invece chi chiede maggiore serietà da parte dei due capi di Stato che, durante l'ultimo vertice, non sono nemmeno riusciti a trovare la quadra sugli eurobond e sul ruolo della Bce. Resta il fatto che, mentre passano ore disperate per la moneta unica, sarebbe in corso tra Berlino e Parigi una trattativa segreta su modifiche lampo del patto di stabilità dell’Eurozona. Stando alle indiscrezioni della Bild, le nuove regole sui bilanci dei Paesi dell'Eurogruppo dovrebbero essere pronte già a partire dai primi di gennaio e potrebbero disegnare il nuovo patto di stabilità come un trattato fra stati nazionali, sulla scia della versione iniziale di Shengen. "Se esiste un problema italiano, è il cuore dell’Eurozona a essere colpito", ha detto una fonte dell'Eliseo invitando il governo italiano a "fare quello che deve".

L’obiettivo del rinnovato asse franco-tedesco sarebbe appunto di velocizzare il processo di adesione e ridurre la resistenza degli stati membri scettici, con il rischio però di spezzare in due il Vecchio Continente. Il quotidiano tedesco parla, infatti, di "trattative segrete" fra la cancelliera Angela Merkel e il presidente Nikolas Sarkozy. E' lo stesso governo tedesco ad aver confermato "colloqui intensi" con l'Eliseo per presentare proposte condivise entro l’8 dicembre, in occasione del Consiglio europeo. Al termine di una settimana di fuoco che ha visto l'asta dei Bund tedesca andare deserta e i tassi di interesse dei Btp italiani a due anni toccare la soglia del 7,6%, le indiscrezioni su un asse segreto tra due Paesi dell'Eurogruppo rischierebbe di indebolire ulteriormente la tenuta dell'Europa. I problemi restano, quindi. I veti della Merkel sugli aiuti alla Grecia e sugli eurobond sono già costati al Vecchio Continente oltre 400 miliardi di euro: la sua intransigenza ha, infatti, più volte provocato ritardi nell’applicazione delle misure anti crisi Ue. E i mercati sembrano intimoriti proprio da queste divisioni interne.

Una fonte dell’Eliseo ha garantito che l’impegno di Sarkozy e della Merkel "per sostenere l’Italia è molto forte". Tuttavia, è il ragionamento del governo francese, spetta "all’Italia fare quello per cui questo Paese si è impegnato". La stessa fonte ha, tuttavia, garantito che gli "impegni" di Roma "non sono messi in dubbio da nessuno". Venerdì scorso il governo italiano aveva segnalato che il presidente francese e la cancelliere tedesca avevano detto a Monti di "essere consapevoli che un crollo dell’Italia porterebbe inevitabilmente alla fine dell’euro, causando una sospensione del processo di integrazione europea dalle conseguenze imprevedibili". D'altra parte Sarkozy non ha mai fatto mistero che è rimasto deluso dall'incontro trilaterale a causa del "no" della Merkel a un coinvolgimento più ampio della Bce. L’Eliseo ha infatti sottolineato che la Bce "continua ad acquistare debito", ma che spetta a "lei decidere" se "fare di più o meno" in questo settore.

Sul fronte italiano, poi, il Fondo monetario internazionale starebbe lavorando a vero e proprio piano di salvataggio da 600 miliardi di euro per dare al governo tecnico guidato da Mario Monti fino 18 mesi di respiro. Un anno e mezzo necessario a varare le riforme necessarie alleviandolo dalla necessità di rifinanziamento del debito. Secondo la Stampa, infatti, l’istituzione di Washington garantirebbe al Belpaese condizioni migliori rispetto ai mercati con tassi tra il 4 e il 5% contro l’effettivo 7-8%, mettendo al riparo Roma dalle previsioni al rialzo sui titoli di Stato. Al di là del piano di aiuti, l'esigenza più forte è che Monti faccia presto. L'appello sta arrivando sia dai Palazzi romani sia dall'estero. Indietro sulla tabella di marcia, il neo premieri dovrebbe presentare il pacchetto antiu crisi entro il 5 dicembre.

Solo allora, perché è quelle che la stessa Merkel ha definito "impressionanti misure" non sono ancora state presentate, sapremo se riusciranno a rilanciare l'economia italiana e, al tempo stesso, di frenare il continuo assalto della speculazione sui nostri titoli di Stato.

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