Leonard Cohen: il nuovo (bel) disco del profeta del dubbio

Durante il tour mondiale del 1972 Leonard Cohen cantò alla Royal Albert Hall di Londra. Alla fine fu chiamato a gran voce per il bis ma lui apparve e disse: «Non ho più nessuna canzone dentro», e se ne andò... 42 anni dopo (propio ieri) Cohen compie 80 anni e li festeggia con nuove canzoni dentro, nel cuore e nell'anima, pubblicate nell'album Popular Problems in uscita domani. Nel suo primo romanzo Il g ioco preferito Cohen, attraverso il suo alter ego Breavman, diceva che «l'intera impresa artistica è tutta una calcolata manifestazione di sofferenza». E così, anche nel nuovo dis co, continua a raccontare la sua verità vivendo sempre nell'incertezza. La sua voce, già di modesta estensione, è ora un sussurro grezzo, un rutto poetico che racconta storie quotidiane in un clima ora maledetto ora ruvidamente romantico.

Parla, recita ma con che calore in ballate cupe come Samson In New Orleans, gigioneggia giocando coi cori e coi fiati in Did I Ever Love You, swinga in Slow dimostrando una lucidità artistica e poetica che racchiude le mille contraddizioni della sua avventurosa vita da profeta del dubbio eterno.

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