Guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina dal fronte russo nel nuovo libro di Steinmann

Luca Steinmann ha scritto "Il fronte russo. La guerra in Ucraina raccontata dall’inviato tra i soldati di Putin". Edito da Rizzoli e in tutte le librerie dal 14 febbraio

La guerra in Ucraina dal fronte russo nel nuovo libro di Steinmann
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C’è la guerra in Ucraina raccontata dal fronte ucraino e poi c’è un’altra prospettiva dello stesso orrore, troppo spesso ignorata o ricostruita sommariamente soltanto attraverso fonti indirette. Se la prima coincide con la copertura bellica fornita dalla maggior parte dei media occidentali, la seconda chiama in causa il conflitto ricostruito e vissuto vivendolo sull’altro fronte: quello russo.

Al netto dei comunicati forniti dalle intelligence militari ucraine e occidentali, poco o niente sappiamo di cosa è fin qui accaduto sul lato del Cremlino. Prova a offrircene uno spaccato obiettivo e dettagliato l’ultimo libro di Luca Steinmann, giornalista freelance e analista geopolitico della rivista Limes. Si intitola Il fronte russo. La guerra in Ucraina raccontata dall’inviato tra i soldati di Putin, edito da Rizzoli ed in uscita in tutte le librerie a partire dal 14 febbraio.

Sul fronte russo

Steinmann, classe 1989, poco prima che Mosca lanciasse la sua "operazione militare speciale" è entrato nei territori del Donbass controllati dai filorussi. È il 18 febbraio 2022, e la guerra sarebbe esplosa – o meglio riesplosa – il 24 febbraio. L’obiettivo dell’inviato: restare nell'area una manciata di giorni, giusto il tempo necessario per raccontare le ultime vicende da una regione caldissima.

Quello che doveva essere un breve viaggio si è trasformato nella copertura di un conflitto deflagrato nel cuore dell’Europa. Dal 24 febbraio in poi, il sogno di un mondo post-storico fondato sulla pace e regolato dalla diplomazia aveva appena cessato di esistere.

È così che il giovane reporter è diventato quasi l’unico testimone non russo dietro le linee nemiche di Kiev. Di sicuro uno dei rari inviati tra i soldati di Vladimir Putin e che ha pubblicato molteplici articoli sui media occidentali, e dunque afferenti ad un mondo schieratosi compatto dalla parte dell’Ucraina.

"Mi sono sempre percepito come un corpo estraneo a tutto ciò che vedevo, un osservatore esterno che riporta le scene di morte e disperazione che ha intorno a sé, convinto di non poterne mai essere toccato", ha scritto Steinmann nella prefazione del libro.

Una posizione inedita ma scomoda

Va da sé che Steinmann ha presto iniziato a fare i conti con la situazione in cui si è ritrovato. Da una parte è stato sì uno dei pochi ad aver potuto raccontare la guerra dal fronte russo, ma dall’altra, proprio per questo, ha ricoperto una posizione scomoda e delicata, che lo ha obbligato ad essere "il più scrupoloso e preciso possibile" nei suoi racconti per "puro spirito di sopravvivenza".

"Durante quest’anno non sono mancate le pressioni nei miei confronti, ma non sono mai stato censurato. Ho anzi trovato editori che mi hanno sempre dato carta bianca: ogni merito o demerito nel mio lavoro è da attribuire solo ed esclusivamente a me", ha precisato l’autore.

Nonostante questo, Steinmann ha lavorato sul fronte russo senza cedere ad alcun tipo di propaganda. Ed è questo uno dei motivi che rende Il fronte russo un libro imprescindibile per completare il mosaico relativo alla guerra in Ucraina.

"In tanti si chiederanno come sia stato possibile lavorare sul lato dei russi. Qualcuno potrebbe dubitare della nostra indipendenza, accusandoci di stare dalla parte del nemico", ha sottolineato il reporter. Eppure, il volume racconta le storie reali di uomini, donne, bambini, soldati, volontari, rifugiati, insieme alle pressioni subite durante i controlli, descrivendo con precisione il volto feroce di una guerra tragica e fratricida.

Un viaggio nell’orrore

Per diversi mesi il giovane reporter ha seguito le truppe nella loro avanzata: prima trincea dopo trincea nelle steppe intorno a Donetsk, poi dentro la città di Mariupol, in prima linea a documentare gli scontri armati dentro l’acciaieria di Azovstal (e non solo) e a vivere i drammi inimmaginabili della popolazione civile lì rimasta intrappolata.

Poi più a Nord, nella regione di Lugansk. E ancora in Crimea e nel Sud dell’Ucraina, dove è stato il primo a entrare nella centrale atomica di Zaporizhia mentre bombe e missili piovevano pericolosamente intorno ai reattori nucleari. E infine di nuovo a Donetsk a testimoniare l’annessione definitiva alla Russia come anche i pesanti bombardamenti dell’esercito di Kiev sulla città.

Quello di Steinmann, dunque, è un viaggio nell’orrore della guerra vista da una prospettiva diversa.

In un volume di 352 pagine, ben strutturato e scorrevole, l’autore mette in fila una serie di reportage che, letti uno dopo l’altro, vanno a formare il racconto in diretta del conflitto dal fronte russo.

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