RomaÈ difficile elencare tutte le curiosità che si possono leggere, con grande interesse, nel volume «Lautomobile: un secolo di evoluzione legislativa, sociale e culturale», edito dalla Fondazione Aci Filippo Caracciolo con prefazione di Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, e presentato da Enrico Gelpi, presidente dellAutomobile club dItalia.
Nel suo intervento il ministro ha ricordato come lautomobile sia da sempre un metro reale e insostituibile per misurare lo sviluppo del Paese. Gli ha fatto eco il segretario generale dellAci, Attilio Rozera, quando ha sottolineato lantica mission dellauto, capace sempre di sconvolgere il modo di vivere e di pensare dellindividuo, in piena libertà e indipendenza.
Sfogliando le pagine del volume, coordinato da Michele Giardiello, direttore della Fondazione, si viene a sapere, per esempio, che risale al 1893 l'acquisto della prima auto in Italia, una Peugeot Tipo 3 vis-à-vis con motore Daimler, da parte di un certo Gaetano Rossi, imprenditore tessile di Piovene Rocchette, nel Vicentino.
E ancora: il primo semaforo stradale a luci colorate venne inaugurato il 1° aprile 1925 a Milano, tra piazza del Duomo, via Orefici e via Torino, inizialmente più utile ai pedoni per evitare, quandera in funzione (solo dalle 15,15 alle 19,15), di essere travolti dai rari veicoli allora in circolazione.
I limiti di velocità furono introdotti dal Regolamento del 1901: il legislatore si ispirò allandatura delle carrozze a cavallo dellepoca, al trotto (15 orari) in città e al galoppo (25 orari) in aperta campagna, limiti che vennero innalzati rispettivamente a 40 e 50 orari nel 1914 e poi aboliti dal Codice della strada del 1928.
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