Lombardi: «Il successo della nostra Fiera viene da molto lontano»

Lehman Brothers un anno dopo. Riaffiora la Nautica colpita dalla bancarotta più grande di tutti i tempi. Un anno fa, a Genova, c’era sconforto. Oggi, il 49° Salone guarda con cauto ottimismo al futuro. É presto per avere certezze - la stagione è appena iniziata partendo da Cannes - ma la rotta giusta sembra ritrovata.
«Proprio questo Salone - dice Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina (l’associazione dei cantieri nautici che fa capo a Confindustria) - dimostra che il nostro comparto è sano e che i nostri imprenditori continuano a credere e ad investire nel settore. I dati confermano la leadership della nostra manifestazione fieristica che rappresenta il più importante riferimento internazionale del settore: 1.450 espositori, 2.400 imbarcazioni esposte, 550 novità e oltre il 37% di espositori esteri. Di questo importante risultato, ancora più rilevante in considerazione dello stato generale dell’economia, voglio ringraziare tutte le aziende che nel nostro Salone hanno creduto, sacrificando in alcuni casi altre manifestazioni e confermando qui i propri investimenti. La crisi finanziaria globale, che ha preso avvio lo scorso ottobre proprio durante il Nautico - continua Albertoni - ha certamente influenzato i risultati del settore relativi al 2008. Ma l’industria nautica si conferma un formidabile volano per tutto l’indotto, con un fatturato complessivo pari a 6,2 miliardi di euro».
Il presidente vuole sfatare un mito, una volta per tutte. E lo fa con il «garbo deciso» che lo contraddistingue: «Noi - aggiunge - da sempre accerchiati dalla mancanza di cultura di chi in questo Paese vuole vedere nelle barche solo giocattoli per ricchi, ignorando che quasi sempre si tratta di scafi alla portata di moltissimi, se non di tutti, ma soprattutto che dietro alla nautica c’è un’industria, con una propria filiera tutta Italiana, che dà lavoro a 115-120mila persone. Tre volte la Fiat, per dirla tutta. E siamo fermamente convinti che la nautica rappresenti uno dei pochi settori capaci di trainare la ripresa di questo Paese perché, mi sia consentito, a differenza di molti altri, è un comparto giovane, ricco di risorse industriali e imprenditoriali per uscire dalle secche della crisi. Cosa che stiamo facendo da tempo senza aver chiesto un euro al governo».
Albertoni parla di «svantaggio competitivo con i nostri competitor internazionali». E invoca, ma non da oggi, un confronto a tutto campo con governo e Istituzioni.
«Manca una vera politica nazionale per il comparto», aggiunge. E anticipa una clamorosa iniziativa: Ucina ha convocato per la prima volta l’Assemblea generale della Nautica proprio nel giorno di apertura del Salone. Invitati: il presidente del Consiglio e dieci ministri.
«Il programma elettorale, sulla base del quale gli italiani hanno scelto questo governo - conlcude - metteva al centro dello sviluppo l’Impresa. Solo rispettando questo impegno si potrà recuperare competitività, cogliere importanti occasioni che nonostante tutto il nostro Paese ancora ha, recuperare Pil e conseguentemente gettito da quei settori che mostrano maggiore vitalità.

Non chiediamo aiuti di Stato, né rottamazioni o altro ancora, ma più semplicemente un programma innovativo e vitale: porti turistici e fiscalità in primis».
Per Albertoni, una maggiore «attenzione» alla nautica, produrrebbe «un formidabile volano economico».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica