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Luca Muchaisdze

L’avanzata dei mongoli ai danni dei musulmani fu fermata nel 1260 in Siria dal generale mamelucco Baybars, mandato dal sultano Qutuz. Nello stesso anno, Baybars spodestò il sultano e ne prese il posto col nome di al-Zahir Ruknuddìn Baybars al-Bayraqdari. Scrive Camille Eid nel suo A morte in nome di Allah (Piemme) che fu sotto il suo regno che «ebbe inizio il crollo del regno crociato». Sempre in quel periodo fu ucciso a Gerusalemme il monaco georgiano Luca Muchaisdze. Sua madre, rimasta vedova, si era fatta monaca nel locale monastero della Santa Croce; anche Luca vi vestì l’abito e nel 1270 divenne igumeno, cioè superiore dell’intera comunità monastica georgiana di Gerusalemme. Ma nel 1273 il governatore della Città Santa, lo sceicco Khidr, chiese e ottenne dal sultano di poter trasformare il monastero di Luca in moschea. Quando arrivarono le guardie a sloggiare i monaci, l’igumeno andò a protestare col governatore. Questi per tutta risposta gli propose una golosa e remunerata sistemazione in cambio del suo passaggio all’islam. Luca ribattè che, per lui, era peccato anche il solo dare ascolto a simili profferte. Vediamo se indovinate come andò a finire. Sì, avete indovinato: il monaco cristiano venne decapitato lo stesso giorno.

Ora vi segnalo e consiglio qualche buon libro per l’estate: Giacomo Biffi, Pinocchio, Peppone, l’Anticristo (Cantagalli); p. Livio Fanzaga, Lotte e tentazioni dei Padri del deserto (Sugarco); Giancarlo Padula, “…io Karol, il papa operaio” (LER editrice, ler@netgroup.it); Paolo Gulisano, Re Artù (Piemme). Vanno bene anche sotto l’ombrellone.

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