Caro Direttore,
da sempre seguo le vicende della famiglia di paperi, inventata da Walt Disney. Il solo pensiero di veder paragonato il grande Paperino alla persona del segretario Pd, mi fa impressione. Solo una superficiale conoscenza della figura del Papero, può portare a un simile accostamento. Il Papero è sì sfortunato. Ma è anche scaltro e non si sottrae a nessuna prova impostagli dallo Zio super ricco. E poi ha tre nipoti molto furbi che quando è il momento, non esitano a tirar fuori la famiglia da mille avversità, salvando spesso anche la loro patria: Paperopoli. Non mi sembra che questo, sia ciò che sta avvenendo per il Pd e tantomeno per il nostro Paese.
E dunque, lei che è esperto, ci aiuti a trovare una soluzione. Posto che Di Pietro è sicuramente il Commissario Basettoni e Rosi Bindi fa la parte di Nonna Papera, Amato è da sempre Eta Beta e DAlema mi pare sia perfetto per il ruolo di Paperoga (geniale, ma un po pasticcione), Fassino è indiscutibilmente Pippo, a volte persino SuperPippo, Matteo Colaninno è Ciccio (il nipote di Nonna Papera) e Franceschini Cip senza Ciop, ci resta il dubbio amletico: che parte possiamo assegnare a Veltroni? Il ruolo di Paperino gli è stato affibbiato dalla Jena, feroce corsivista della «Stampa», al secolo Riccardo Barenghi, una delle penne più caustiche e divertenti della sinistra. A noi è parso indicativo: Veltroni, infatti, ha in comune con Paperino soprattutto una cosa: non gliene va bene una. Sarà imperizia, sarà sfortuna, sarà quel che sarà: dove si gira, combina guai. È quasi comico nel suo fallimento, anche se poi, ha ragione lei: a Paperopoli arrivano Qui Quo Qua e risolvono tutto.
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